Bibitaro,
credo anch'io che mettere alla gogna dei presunti innocenti sia improvvido e merdace, termine questo che non esiste ma rende l'idea.
Occorre però distinguo: s'evince infatti la tua smania di boiardaggine, di quel conformismo tipico di chi spera, ansimando, di rimaner perennemente lassù, nell'habitat naturale di coloro che di politica han fatto mestiere e sperano nell'eternità del malloppo mensile, sottratto alla ragione e alla dignità.
Altro tema: non conosco la storia di questo Uggetti, sono a lui vicino nel caso fossero vere le ragioni della sua assoluzione. Leggo però su uno dei pochi quotidiani indipendenti, perché non proprietà di banchieri, faccendieri, plutocrati, raptotecnocrati, farmacisti, astronauti, linotipisti, ossia il Fatto Quotidiano, alcuni punti a firma Gianni Barbacetto alcune informazioni al proposito, che se risultassero non vere ovviamente darebbero il via a querele e quant'altro, che brevemente riporto:
- Ma i fatti, i nudi fatti, come si sono svolti, al di là delle qualificazioni giuridiche e delle altalenanti sentenze? L’arresto del sindaco, chiesto dal pubblico ministero in base a denunce e intercettazioni, fu concesso dal giudice perché Uggetti stava cercando di distruggere le prove e inquinare le indagini. Era accusato di aver truccato un bando d’appalto comunale per favorire un’azienda chiamata addirittura a partecipare alla stesura del bando: una gara self-service. Aveva poi fatto pressioni su una funzionaria del Comune, Caterina Uggè, che gli aveva detto che non se la sentiva di forzare le norme e poi era andata a denunciarlo. Quando poi lo avevano avvertito di essere sotto indagine, Uggetti si era presentato dal comandante locale della Guardia di finanza per chiedere un trattamento di favore. Non avendolo ottenuto, si era dato da fare per cancellare le prove dal suo pc e dal telefono: “Estrai tutti i documenti e formattali!”, ordina (intercettato). Non ci riesce e viene arrestato. Il gip scrive che il sindaco dimostra, nelle intercettazioni e nelle testimonianze, una “personalità negativa e abietta”, “proterva” e “spregiudicata”. Truccava appalti, intimidiva la funzionaria che non lo voleva assecondare, aveva a disposizione talpe che lo informavano sull’indagine, chiedeva un occhio di riguardo al comandante della polizia giudiziaria, provava a distruggere le prove. Dopo il suo arresto, i 5 Stelle chiedono che si dimetta da sindaco. E lui lo fa, anche perché ammette le sue colpe, confessa che sì, ha truccato la gara: ma solo per il bene della città, aggiunge a sua discolpa. - (Gianni Barbacetto - Fatto Quotiano)
Quindi Bibitaro, ti invito a non confondere, a non miscelare, a non apparire simbolo di un nuovo buonismo per la solita missione di inamovibilità.
Uggetti è stato assolto perché il fatto non sussiste. Bene! Giusto ammettere colpe per giustizialismo affrettato. Occorre però attendere le motivazioni della giuria e il terzo grado di giudizio. Ma soprattutto abbattere quella ritualità squallida che permette a tanti lorsignori di sfangarla sempre tra prescrizioni, ricoveri, avvocatoni, stampa amica, cavilli e azzeccagarbugli. Ci siamo infatti rotti le palle del perbenismo che probabilmente ti vedrà protagonista assoluto dei prossimi lustri, Bibitaro.
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