domenica 18 aprile 2021

Schieramento

 

Dall'inizio pandemico ho deciso di stare con lui, di seguire le sue indicazioni, limitando la mia libertà per evitare il bastardo. Oggi concordo pienamente sul fatto che riaprire sia una tragica cazzata basata non su fondamenti scientifici, ma prettamente politici, visto che, purtroppo, roteano intorno a noi ancora dei fascisti e un mononeurotico che, da sempre, si posiziona con un piede fuori ed uno dentro, essendo fondamentalmente un aggressivo psicopatico sfanculante dignità e rispetto per anziani e memoria dei tanti, troppi defunti.
Concordo pienamente con questa intervista, pubblicata oggi sul Fatto, al Professor Galli.

“Il premier Draghi sul Covid non ne ha azzeccata una”
“Troppo pochi i vaccinati”
di Giampiero Calapà
“Ci saranno un milione di infezioni attive in Italia o pensate che tutti i positivi si fanno il tampone e vengono a saperlo?”. È furibondo per le annunciate riaperture generalizzate dal 26 aprile il professor Massimo Galli, direttore delle Malattie infettive al “Sacco” di Milano e docente alla Statale, da più di un anno impegnato contro il coronavirus in corsia e nel dibattito pubblico. Il suo giudizio sul governo è impietoso: “Draghi non ne ha azzeccata una”.
È un liberi-tutti?
Sotto casa mia qui a Milano c’è un mercatino all’aperto, poco fa (ieri mattina, ndr) ci sono passato ed era strapieno come non succedeva da mesi. Il punto è che con l’annuncio di venerdì è stato dato un messaggio di “liberi-tutti” che proprio non ci potremmo ancora permettere. Almeno fino a una migliore copertura dei settantenni con la prima dose e degli ottantenni con la seconda. Mi sembrano obiettivi ancora lontani.
Cosa non le torna?
La Francia, che con le vaccinazioni è messa più o meno come noi, le scuole le ha chiuse. Nel Regno Unito hanno fatto un lockdown duro e stanno riaprendo solo ora. Anthony Fauci ha affermato che gli Stati Uniti sono ancora ben lontani dall’avere il problema sotto controllo. A me piacerebbe tantissimo far parte della schiera che pensa l’Italia sia messa benissimo, ma purtroppo non è così.
Maggior timore?
Temo la diffusione dell’infezione. Abbiamo per mesi giocato coi colori e in Sardegna abbiamo recentemente visto il risultato più impietoso passando in pochissimo tempo dal “bianco” al “rosso”. E ora eccoci qui a dare un segnale di riapertura generalizzata mentre le infezioni attive nel Paese sono tra il mezzo milione e il milione. E queste sono stime conservative: non tutti i positivi fanno il tampone e scoprono di esserlo.
Si aspettava la vittoria della linea-Salvini?
Se devo essere franco non avrei pensato prevalesse così velocemente. Ma sono in profondo disaccordo con tutta la strategia adottata dall’Italia. Mi duole dirlo, perché su Mario Draghi, come milioni di italiani, riponevo molte aspettative, ma sulla pandemia non ne ha azzeccata ancora una.
Altri errori?
Sul vaccino AstraZeneca abbiamo avuto un allineamento passivo su posizioni internazionali che non ci potevamo permettere visto lo stato della diffusione del contagio in Italia. Inutile dire, come fa Maurizio Crozza che è un attento osservatore, come sia più facile essere colpiti da un fulmine che da una trombosi dopo il vaccino. Troppe concessioni sono state fatte anche al partito trasversale pro riapertura delle scuole.
Sui vaccini?
Da qui al 26 aprile al trotto attuale avremo tre milioni e mezzo di nuovi vaccinati a esagerare, quindi 17 milioni in tutto. Il che significa non arrivare neppure a trenta dosi ogni cento persone. Per capirci, nel Regno Unito sono a sessanta dosi ogni cento persone. E risultati importanti si ottengono quando vengono superate le cento dosi ogni cento persone perché vuol dire che si è già partiti con i richiami.
Cosa ci resta da fare?
Raccomanderei soprattutto agli ultrasessantenni di mantenere ancora il massimo delle cautele anche per la capacità infettante delle varianti.
Non crede all’immunità di gregge in autunno?
I vaccini sono lo strumento per proteggere dalla malattia grave e mortale del Covid-19, non sappiamo quanto dall’infezione di SarsCov2. E, infatti, seppur poche, ci sono persone infettate già vaccinate che però non si aggravano. Attenzione al ruolo che in questo senso possono svolgere le varianti. Prendiamo Manaus, in Brasile: la sciagurata politica di assenza del contenimento intrapresa dal presidente Jair Bolsonaro e la peculiarità di quella città ha portato a un 60 per cento di contagiati (era la quota ipotizzata un anno fa dai consiglieri inglesi di Boris Johnson per raggiungere l’immunità di gregge); ecco, l’immunità di gregge non è stata mica raggiunta, il virus ha invece avuto mutazioni che hanno generato varianti in grado di infettare di più e reinfettare anche.
Non se ne esce più.
Ne usciremo solo correndo appresso al virus, in modo migliore di come stiamo facendo.
Ma qualche ministro la chiama ogni tanto per chiedere consigli?
Sarebbe indiscreto parlarne, ufficialmente non sono consigliere proprio di nessuno.

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