lunedì 12 aprile 2021

All'acqua fradicio di pensieri

 

Plumbeo il cielo, fradici i pensieri girovaganti in cervice in questo aprile novembrino ove attorno, molti, stanno già sgommando per la tanto agognata riapertura, sinonimo di libertà, di ritorno all'anormalità pre-pandemica. 

Lo sforzo d'incanalare le sensazioni esige ordine rigoroso, che cerco di fare: personalmente la riapertura delle scuole la ritengo una cagata pazzesca, non foss'altro per il fatto che ancor oggi il Generale, caro Figliuolo, non sia riuscito a vaccinare tutti gli ottantenni, causa per molti d'impiccio. Secondo aspetto: riaprire dopo il 20 di aprile è una sontuosa cazzata. Se la curva si sta raddrizzando, se i riscontri tendono al sereno, riaprire prima di giugno rappresenterebbe un ritorno al passato dalle conseguenze imprevedibili. 

Non è colpa di nessuno se molte categorie stanno soffrendo oltremodo della situazione pandemica. Equivale a dire che la sciagura abbattutasi sulle nostre terre, ha la stessa caratteristica di un evento tellurico, la differenza risiede solo nel fatto che non vi sono macerie visibili, bensì psicologiche, ma il futuro è identico, senza colpevoli: occorrerà necessariamente ripartire in una nuova modalità, ripensando a tanto del passato che, purtroppo, non tornerà più, almeno per due anni. 

Non ci toglieremo di torno il bastardo virale per lungo tempo, vaccinandoci non eviteremo di rincontrarlo per via delle sue innumerevoli mutazioni. Verrà il giorno che lo perculeremo come fosse una normale influenza, ma non è già da ora che potremmo farlo. 

A proposito della nuova vita: ieri "qualcuno" ha detto pubblicamente che la condivisione della proprietà non è materia di pensiero comunista, bensì è il nettare del cattolicesimo. 

Si, proprio lui: papa Francesco illumina questa semi alba del nuovo mondo che stenta a rinascere, con caratteristiche diverse da com'era prima. Ammesso che codardi e cialtroni lo permettano.      

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