Prima, seconda, terza e probabilmente quarta ondata pandemica, non riescono a far collimare alla nostra comunità, intenzioni, progetti e speranze. Tutto ruota attorno al solito ed ormai increscioso cicaleccio aggiungente ansia alla già abnorme stillicidio di sentimenti da un anno a questa parte avvolgente ognuno di noi.
Se per ipotesi, la "Persona per bene" cacciata a malo modo da Palazzo Chigi avesse operato e realizzato un terzo di ciò che fino ad ora il Drago Silente ha compiuto, probabilmente sarebbe già stata installata la ghigliottina nelle lande di quelli che ancor oggi non hanno spiegato che fine abbiano fatto gli oramai famigerati 49 milioni volatilizzatisi tra le ampolle del dio Po.
Dicevo del cicaleccio, quello strano modo di sbraitare, come se fosse colpa di chissà chi, impregnando l'aria di tremebonda sofferenza, da parte di coloro che risultano essere tra i più colpiti dal magma virale: ristoratori, bar, turismo, sci e sciolina, commercio. E' sacrosanto che si lamentino, è verità la sofferenza dei loro affari, ci mancherebbe! Ma siamo dentro ad un evento mai vissuto prima, l'inaudito si è materializzato, la psicosi è sovrana, lo stress è di casa ovunque e, soprattutto, oltre centomila persone se se sono andate prematuramente, tra sofferenze, solitudine e impotenza. Proprio per questo, non si riesce a comprendere ove rivolgano le loro accuse e le responsabilità, non essendoci sul proscenio che il bastardo mutante. Proprio oggi ricordiamo i defunti da Covid, nella giornata appositamente istituita e che dovrebbe, negli anni, rammentarci sempre la priorità della sanità, la ricerca, entrambe lontane da lucri e ribalderie, cosa che attualmente non è, ci sono regioni che sono commissariate da anni, depredate da orchi famelici, ce ne sono altre protese verso il privato per squallidi interessi, ci sono stati governi, tanti, troppi, che hanno sforbiciato senza alcuna decenza detraendo risorse al pubblico, indebolendolo solo per rafforzare la sanità privata, vedasi il metodo del Celeste portato avanti ancora oggi nella regione che dovrebbe essere faro per tutti, visto redditi pro capite e cospicue risorse a disposizione, si proprio lei, la Lombardia retta da un poveretto costretto a rifugiarsi nella Brichetto, che ci fa rimpiangere il comico Gallera e da quella fucina di negligenze che è stato ed è il Bertolaso di tutti loro.
Dovremmo già da ora aver imparato parecchie cose dalla tragedia comune non ancora evaporata, ed invece siamo quasi tornati al punto di partenza, con Cazzari ed Ebetini sempre più imbizzarriti e ciancianti attorno al nulla solo per egoistici ritorni elettorali. Una merdosa situazione, imbarazzante, destabilizzante.
S'avverte incredibilmente ancora l'egoismo di pochi sulle necessità della società intera, ciò che dovrebbe essere riposto in cassetti in solaio, è priorità di casta. Non conta infatti che le giovani generazioni stiano saltando i momenti migliori della propria vita, non ha valore ciò che in natura è basilare, la salvaguardia degli anziani; salti di fila, furbastri ingalluzziti, avidità, ansia del ritornar a cenare nel bisso, voglia di isole lontane, bignamicamente il piacere di innalzarsi e differenziarsi nel sociale, sono già fumiganti ed in attesa che i canapi si abbassino. Molti di noi sperano, sognano che tutto ritorni come prima, "daggi oggi la nostra divaricazione quotidiana", e coloro che ricordiamo oggi, i martiri pandemici, sembrano sempre più non aver affievolito i miasmi di questa rapto-tecno-pluto-finanzacrazia.
"Tanto eran vecchi!" si sente sussurrare nelle dorate alcove. Come se ciò fosse colpa o maleficio di pochi e non la giostra luccicante tendente, da sempre, ad assopirci davanti allo sfarzoso falò del nulla.
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