Una fotografia della nostra epoca
di Michele Serra
L’irruzione dei Nas nel giacimento segreto di vaccini della Ciociaria è un ottimo soggetto per una novella di Zerocalcare o una tavola di Makkox (ai tempi, per una sceneggiatura di Steno).
Ma l’intrico di mosse e contromosse tra i produttori dei vaccini e le varie autorità statali e interstatali che tentano, con scarsi risultati, di indirizzarne la distribuzione, ogni giorno che passa diventa, sempre di più, una fotografia spietata della nostra epoca.
Dire “produttori dei vaccini” è incompleto.
Per mettere meglio a fuoco l’immagine, bisognerebbe dire “proprietari dei vaccini”.
Ogni eventuale destinazione sociale o extra-contrattuale di quelle fiale salvavita è affidata al buon cuore dei proprietari.
I vaccini sono loro. Un bene privato. Le leggi, del resto, sono dalla loro parte: si brevettano anche le sementi (che è come brevettare la madre e il padre), figuratevi un vaccino, con quel che costa la ricerca.
Il problema è che ogni priorità e ogni decisione, non solo nel merito dei vaccini, è nelle mani di una oligarchia economica il cui potere spaventa non per pregiudizio ideologico, ma per evidenza pratica. No, la proprietà non è un furto, ma può essere un problema.
L’impressionante intervista a Vandana Shiva (su Green&Blue) sui destini dell’agricoltura mondiale è certamente influenzata, politicamente, dall’idea comunitaria che Shiva ha della società. Ma che Bill Gates, da solo, possa influenzare il destino agricolo e alimentare più di milioni di contadini tutti assieme, francamente non è un fatto che rassereni le persone ragionevoli. Dobbiamo sperare, per sfangarla, che Gates sia buono e AstraZeneca generosa? O possiamo contare su qualche altro fattore, che magari, addirittura, ci coinvolga?
Nessun commento:
Posta un commento