Non commento perché non sono in grado di farlo. Allego questo articolo di Maria Rita Gismondo, direttore microbiologia clinica e virologia del “Sacco” di Milano. Ognuno si faccia la propria opinione in merito.
ANTIVIRUS
Molti vaccini, ma troppi dubbi
di Maria Rita Gismondo direttore microbiologia clinica e virologia del “Sacco” di Milano
I vaccini che dovrebbero salvarci (?) dal Covid-19 sono solamente negli annunci e i loro effetti nelle Borse. Non è stato un buon segno che proprio alti dirigenti di Pfizer, dopo l’annuncio dei risultati entusiasmanti del farmaco prodotto dalla loro azienda, ne abbiano venduto le azioni. Hanno fatto bene, visto che Moderna ha dichiarato di aver pronto il suo, più efficace e senza la necessità della catena del freddo.
A parte questi eventi finanziari, null’altro di concreto. Le decine di vaccini che si stanno studiando si fondano su due tecniche. Quelli proteici, che inducono la risposta anticorpale, metodica già in uso da tempo con successo. Nuovi sono i vaccini composti da frammenti di Rna o di Dna che inducono le cellule a sintetizzare una proteina simile a quella verso che si vuole combattere.
Su questa nuova tecnica, in molti ci siamo pronunciati, inducendo alla cautela. Già nel 2010 la Food and Drug Administration, in tempi non sospetti, invitava a condurre approfonditi studi per dimostrare l’assenza di effetti collaterali. Il 6 novembre 2020 ancora la Fda ha pubblicato un secondo importante lavoro in cui si conferma un notevole interesse alla terapia genica, ma nello stesso tempo, non si nascondono gli effetti collaterali dell’impiego di materiale genico ancora non del tutto conosciuto. La terapia genica potrebbe modificare il Dna del paziente e i virus inattivati, utilizzati come vettori, potrebbero diventare attivi nei decenni successivi. Pertanto la Fda raccomanda di allungare i tempi di osservazione e di sottoporre i pazienti a rischio di neoplasie a un test di replicazione virale e di sviluppo oncologico per 20 anni per prevenire l’insorgenza anche di malattie auto-immuni. Questi tempi possono essere accelerati, ampliando il numero di volontari trattati? No. La Natura ha i suoi tempi. La replicazione del materiale genetico è un fenomeno non accelerabile. Le mutazioni possono avvenire molto lentamente, alcune eliminate nel tempo, altre conservate e aggiunte ad altre.
Una volta innescato (terapia genica) non è possibile fermarlo, né evidenziarlo in tempi stretti. La tollerabilità che si sta indagando nei vaccini in studio è quella acuta, immediata, non può garantire su effetti a lungo termine. Meglio attendere conferme a lungo termine e, a breve, vaccini meno innovativi ma più conosciuti.
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