giovedì 10 settembre 2020

L'Amaca di Serra

 L’amaca

Due nuovi radical chic

di Michele Serra

Dire che “il problema non sono le palestre, è la cultura fascista”, espone Fedez e Chiara Ferragni a una raffica di insulti fascisti. E più insulti fascisti i due riceveranno, più evidente sarà che hanno ragione: la mentalità fascista (cultura è un termine esagerato, poi tocca leggere qualcosa, almeno Evola, Gentile, D’Annunzio, Drieu La Rochelle, Céline) gode di ampia diffusione.
Di più, al rapper e alla influencer, mestieri decisamente pop, toccherà prima o poi, per mano di qualche quotidiano di destra specializzato in bastonature ad personam, l’epiteto di radical chic, che da qualche anno liquida quasi ogni questione di stile, di modi, di linguaggio, di sensibilità, e pure di democrazia, come il vezzo di una minoranza spocchiosa e ricca. Essendo invece lui un proletario di Buccinasco (periferia di Milano Sud) più tatuato di un calciatore, e lei una ragazza del ceto medio lombardo di provincia che ha sì fatto il classico, ma ha poi speso ogni sua energia per fare quattrini piacendo al popolo, come un Briatore qualunque.
Ho viva simpatia per i due. Potrebbero fregarsene, delle tonnellate di fascismo circolante, e tenere buona la potenziale clientela al completo, evitando di irritare un segmento secondo me cospicuo del pubblico pagante. Non lo fanno, corrono dei rischi, sono più esposti loro due di tanti giornalisti democratici o semi-democratici che di fascismo preferiscono non occuparsi, o perché lo considerano una questione minore, o per non andare a cercarsi grane. Sui social non metto piede ma esprimo il mio “mi piace” ai due temerari, che hanno il torto, sul fascismo, di avere ragione.

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