sabato 15 agosto 2020

Inaudito Ferragosto


La notizia si è sparsa in un battibaleno, probabilmente ad opera delle coclee: quadricipiti increduli, polmoni inebetiti, piedi piagnucolanti. Dalla sede centrale, le sinapsi confermavano la scelta ferragostana:”lo portano a camminare in montagna!” 
Sconcerto, voci di corridoio travisanti la realtà mi davano addirittura in compagnia di Messner per pianificare un prossimo ottomila. “Ma si è rincitrullito? Con tutta l’adipe che ha, con la maestosa pigrizia che l’avvolge, ma dove crede di andare?” In zona cervelletto subito sono partite immagini di amache, cuscini, biografie di Poldo, di valanghe, di sentieri sospesi nel vuoto. Ma non son servite a nulla. Andando allo strascico, quando il gruppo decide, nulla può convincere per una conversione verso i sani principi oziosi tipici della festività, neppure la veglia invocante temporali. La faccia degli scarponi, avvolti in ingarbugliate ragnatele, rende tangibile lo stupore corporeo già predisposto all’ennesimo gozzoviglio a tasso alcolico rigorosamente da scomparsa eterna di patente. Preparandomi all’ascesa medito e rimugino sui danni incontrollabili dell’attività fisica, tra le sommesse risatine dell’esausto divano, oramai sognante la giusta e salutare, per lui, rottamazione. Buon Ferragosto!

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