domenica 19 luglio 2020

Alta scuola


domenica 19/07/2020
QUESTIONI COMICHE - I PERCORSI DELL’IRONIA
Ambiguità e coscienza. È dal nostro cervello che iniziamo a ridere

di Daniele Luttazzi


Mi piace questo nuovo Papa. È così differente. Non credo neanche sia cristiano. - Alingon Mitra

La coscienza, ovvero ciò che scompare quando ci addormentiamo e ricompare quando ci svegliamo, è il risultato di processi neurali particolari; e dell’interazione fra cervello, corpo, altre persone, mondo. Ridiamo perché siamo consapevoli, cioè abbiamo coscienza di avere coscienza; e perché, fin dalla nascita, interagiamo con le regole delle strutture sociali, che sono espressione del cervello delle generazioni che ci hanno preceduto. Per capire come funziona la prassi divertente occorre conoscere la struttura e il funzionamento del cervello, e come il cervello crea la coscienza.

Anatomia funzionale del cervello. Una delle realtà più affascinanti dell’universo è il modo con cui il cervello umano crea la coscienza. Ce lo spiegano Edelman & Tononi (2000). Allacciate le cinture.

Il cervello è formato da 100 miliardi di neuroni, di cui 30 nella corteccia, dove sono interconnessi da un milione di miliardi di sinapsi. In biologia, la morfologia è la via regia alla funzione. Tre strutture cerebrali partecipano alla creazione della coscienza: 1) corteccia e talamo (sistema talamo-corticale); 2) appendici corticali (gangli della base, cervelletto, ippocampo); 3) tronco encefalico (sistemi proiettivi valoriali).

Le aree corticali e i nuclei talamici sono tutti connessi reciprocamente da vie bidirezionali (rientri): questo permette l’integrazione (coordinamento spazio-temporale) dell’attività cerebrale. Ogni stato di coscienza è un pattern, ovvero l’integrazione di gruppi neuronali appartementi a zone cerebrali diverse. Come l’illusione di un film è creata dalla successione rapida di fotogrammi singoli, così l’illusione della coscienza è creata da una successione rapida di singoli pattern di coscienza.

Corteccia e appendici sono connesse da circuiti ad anello unidirezionali e paralleli, segregati l’uno dall’altro: questo permette l’esecuzione rapida e precisa di complesse routine motorie e cognitive (sbagliare un atto è, da sempre, una fonte di comicità, come dimostra ogni gag di Stanlio & Ollio).

I nuclei valoriali del tronco encefalico, infine, irradiano le loro fibre a tutto il cervello: distinti in base al mediatore chimico (noradrenalina, serotonina, dopamina, acetilcolina, istamina), si attivano quando accade qualcosa di intenso e di improvviso (rumore, luce, dolore &c.); per esempio, i neuroni noradrenergici del locus coeruleus scaricano ogni volta che accade qualcosa di inatteso, o entriamo in un nuovo ambiente (la sorpresa è l’elemento-chiave di una gag). I nuclei valoriali segnalano la salienza di un evento (la paura favorisce la risata), o lo rendono piacevole/spiacevole (la risata è piacevole), influenzando sia il funzionamento che la plasticità (modifiche sinaptiche) del resto del cervello. La loro attività si riduce fino allo zero durante il sonno, e riprende alla veglia.

Categorizzazione. L’interconnessione sincrona di diverse aree funzionali del cervello integra i processi percettivi e motori; e crea le categorie percettive, cioè permette di discriminare un oggetto o un evento rispetto a uno sfondo. La categorizzazione facilita l’adattamento all’ambiente. (L’elemento incongruo in uno schema è, da sempre, una fonte di comicità).

Automatismi. La pratica rende automatiche le procedure apprese: l’automatismo le fa sparire dalla coscienza, e riduce il numero di regioni cerebrali coinvolte nella procedura (aumenta l’efficienza, diminuisce il consumo metabolico). Parlare, ascoltare, leggere, scrivere, ricordare sono esempi di routine automatiche. L’automatizzazione permette di selezionare/aggiungere grandi unità di comportamento in modo rapido ed efficace. (L’automatismo inceppato è, da sempre, una fonte di comicità: ne è un esempio John Cleese con il suo impiegato del ministero delle camminate strambe).

Coerenza. La coscienza emerge quando gruppi di neuroni interagiscono creando un pattern di attività diverso dagli altri. Il fenomeno è detto coerenza. Riusciamo a percepire solo l’una o l’altra delle due immagini presenti nelle figure ambigue (cubo di Necker, la giovane e la vecchia, & c.) perché uno stato di coscienza ne impedisce altri simultanei. Allo stesso modo, siamo consapevoli o dell’uno o dell’altro significato di una parola ambigua. (L’ambiguità è, da sempre, una fonte di comicità: “La signora rimprovera il macellaio: ‘Non me lo dà il resto?’ E il macellaio: ‘Sì, se trova qualcuno che mi tenga il negozio.’”)

Gli stati di coscienza. Uno stato di coscienza è una discriminazione soggettiva, e si può manifestare come percezione, immagine, pensiero, discorso interiore, emozione, sentimento (volontà, sé, familiarità, soddisfazione, errore &c.). Uno stato di coscienza può essere indotto da stimoli esterni, dalla memoria, dall’immaginazione e dai sogni. (Proust scoprì questo fenomeno assaggiando la madeleine.)

Due caratteristiche fondamentali degli stati di coscienza. Ogni stato di coscienza è integrato (non è scomponibile in sottounità) ed è differenziato da tutti gli altri. Nello stato di coscienza, neurobiologia e fenomenologia convergono. La complessità del sistema neurale è data dalla co-occorrenza di integrazione e differenziazione, ovvero dalla quantità di pattern. (Un gas non è complesso poiché i suoi elementi non sono integrati; un cristallo non è complesso poiché i suoi elementi non sono differenziati.) In ogni momento, la coscienza è occupata da un solo stato di coscienza, selezionato fra miliardi di pattern compresenti. Questa riduzione dell’incertezza fra alternative è detta informazione.

Quando sogniamo, il sistema talamo-corticale è disconnesso funzionalmente dal mondo esterno, ma veglia e sogno sono due stati coscienti poiché in essi i pattern cambiano in continuazione (differenziazione). Senza differenziazione continua fra stati di coscienza, la coscienza scompare. Il sonno senza sogni, infatti, non è cosciente, poiché tutto il cervello è sincronizzato (riduzione della complessità cerebrale).

Complessità. Ogni sistema complesso è costante e mutevole, stabile e instabile. Ne sono un esempio i sistemi biologici: la cellula, il cervello, l’organismo, la società.

Coscienza primaria. La coscienza primaria è la capacità di costruire nel presente una scena mentale: vi interagiscono la percezione attuale (il presente) e le memorie (il passato). È la coscienza che accomuna tutti gli animali che hanno un cervello.

La memoria. Non c’è coscienza senza memoria; ma la memoria non è rappresentazione. La rappresentazione implica l’attività simbolica che fonda la competenza linguistica (sintattica, semantica e pragmatica), l’immaginazione, e il senso del sé; e che ci rende coscienti di avere una coscienza. Questa coscienza superiore ci differenzia da tutti gli altri animali, che non ne hanno la base anatomica.

13 - continua

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