Vanni Santoni nel suo libro "La scrittura non si insegna" elenca dei libri a suo parere essenziali per iniziare a pensare di poter diventare scrittore.
Alla ricerca del tempo perduto , Marcel Proust
Ulisse , James Joyce
2666 , Roberto Bolaño
Underworld , Don DeLillo
Europe Central , William T . Vollmann
Abbacinante , Mircea Cartarescu
Infinite Jest , David Foster Wallace
Austerlitz , W.G . Sebald
Pastorale americana , Philip Roth
Meridiano di sangue , Cormac McCarthy
Il tempo è un bastardo , Jennifer Egan
Anna Karenina , Lev Tolstoj
Guerra e pace , Lev Tolstoj
I fratelli Karamazov , Fedor Dostoevskij
I demoni , Fedor Dostoevskij
Oliver Twist , Charles Dickens
L’arcobaleno della gravità , Thomas Pynchon
Mentre morivo , William Faulkner
L’urlo e il furore , William Faulkner
Middlemarch , George Eliot
Orgoglio e pregiudizio , Jane Austen
Emma , Jane Austen
Tutti i racconti , Anton Čechov
Nove racconti , J.D . Salinger
Tutti i racconti , Alice Munro
Tutti i racconti , Donald Barthelme
Finzioni , Jorge Luis Borges
L’Aleph , Jorge Luis Borges
Tralasciando che, se così fosse, non potrei mai aspirare a divenir scrittore, mi strugge essere ignorante, molto ignorante in materia.
Di questo elenco ne avrò iniziati una decina, altri non li ho mai sentiti neppure nominare. Di alcuni autori ne scopro l'esistenza oggi.
Mi chiedo: ma è giusto così? E se li avessi letti tutti sarei un'altra persona? Leggere per divenire o per leggersi interiormente? A servizio di chi o cosa si legge? La lettura dovrebbe levar spazio a cosa nelle ventiquattr'ore? Di quanto leggiamo cosa rimane a galla e quanto scende nelle profondità dell'essere? Il primo della lista, Proust, l'ho letto per un buon 40%. Mi sono fermato per riflettere, ho perso la strada, conservo ricordi di quanto m'emozionai. Lo voglio ricominciare da capo. O forse no, troppo grande e grave il suo percorso. E l'Ulisse l'ho iniziato, contorcendomi se me stesso, ruggendo, maledicendo il tempo perduto che ricerco ancora per darmi dello stolto, del beota. Joyce mi dicono essere il top, lo credo, se lo dicono molti, ma non lo riesco a comprendere. E allora? l'avrà scritto anche per me o per i soliti noti?
Quanta letteratura non potrò mai incontrare nella mia vita? E scialacquare? La letteratura russa, quella americana, i greci, gli italiani, gli inglesi. Come fare per fagocitarne il più possibile? O forse è meglio non impazzire davanti a cotanta bellezza?
Credo che la risposta stia tutta qui: rilassarsi, non guardare avanti, gustare quello che è possibile. Il resto verrà da sé. Ciò che non si conosce non esiste. Non forma ma ecco il pertugio: formarsi mastodonticamente a quale scopo? L'Io necessita di conoscenza in bicchieri, in caraffe, in piscine a seconda del proprio soddisfacimento. Tutto il resto è vanità. Con questo non voglio dire che sono riempibile solo con un ditale, che mi basto poco per raggiungere la pienezza. Probabilmente ci vorrebbe una piscina ma l'ignoranza m'adduce a pensare diversamente. Che al mercato mio padre comprò.
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