La percentuale che la potessi incontrare era molto remota, diciamo su per giù come quella di sentire dal Cazzaro un ragionamento. Ma si sa, il destino è cinico e strafottente e quindi, inaspettatamente, l’ho incontrata. Appartiene ad una casta particolare, riuscendo, con arte ed artifizi, a guastare paesaggi e tramonti ad interdette vittime sacrificali. È la Sproloquiante categoria massimi; ne esistono pochi e protetti esemplari, all’incirca un centinaio, sparse in tutta la penisola. Non hanno segni particolari, apparentemente sembrano persone normali, come quella da me inavvertitamente incontrata in spiaggia. Hanno incorporate micce sensoriali che s’innescano con frasi in apparenza vuote di significati filosofici, da “che ore sono?”, fino a “freschino oggi, vero?” Questi inneschi però stravolgono la quiete, portando l’abnorme logorroica nel suo habitat naturale, quello cioè della dissertazione mitragliante alla cazzo&campana.
Innescata non ha più ostacoli, abbattendo la normale discussione socievole che diventa in un lampo ricordo singhiozzante come autunno piovoso al camino con nonno, castagne e vino, e il collocamento del contraddittorio dentro ad un pozzo profondo, simile a quello usato dai seguaci del l’ampolla del Po a proposito del rapto dei quarantanove milioni. L’effetto disanimante negli auditori è fulmineo, come la perdita di dignità, direttamente proporzionale alla ricerca di un pertugio, una via d’uscita, accostabile per gravità a quella di Henry “Papillon” Charriere. Il can can delle tematiche affrontate al galoppo senza ritegno, la Sproloquiante può infatti passare dal furto subito in casa alla riproduzione della foca monaca nel giro di qualche nano secondo, è debordante, squassante, tanto che in alcuni casi monitorati si è notato negli astanti l’insorgere di manie suicide, tanto che meraviglia la fantasia di chi riesce a liberarsi della vociante con scuse curiosissime (cit.) che vanno dall’accorgersi di aver lasciato il chihuahua solo al bancone del bar con davanti un ottimo brandy, e visto il passato alcolico del povero animale ciò rappresenterebbe appunto un pericolo, alla mancata disdetta del corso privato di scimitarra. Nulla però che possa scalfire l’infausto frullato verbale della rarissima Sproloquiante.
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