domenica 3 maggio 2020

L'Isola Mento - giorno 51



L’informazione migliore per la fase due che inizierà domani è esplicata al meglio nella foto: del virus non conosciamo una mazza! E questo di dovrà far riflettere ogniqualvolta incontreremo un nostro simile per strada o nel posto di lavoro. Maschere e guanti potranno aiutare certo, ma quello che conta è una sana fobia nei riguardi del Bastardo. A suggello di quanto sopra, ecco alcune frasi dell’articolo di oggi sul Fatto quotidiano della virologa Maria Rita Gismondo: 

Questo virus non finisce di stupirci. Per due mesi abbiamo rincorso i posti letto in rianimazione, abbiamo parlato
di polmonite interstiziale: oggi le autopsie ci fanno scoprire ben altro.Al Sacco di Milano e al Papa Giovanni XXIII di Bergamo ne sono state eseguite 70. È venuto fuori che la polmonite è un sintomo successivo,e forse anche meno grave, di quello che il virus provoca nel nostro organismo. Questa ipotesi era già stata avanzata dal dottor Palma, cardiologo di Salerno, tra le critiche dei soliti soloni mediatici: Sars coV2 colpisce soprattutto i vasi sanguigni, impedendo il regolare afflusso del sangue, con formazione di trombi. La polmonite ne è una delle conseguenze. Nella terapia di questi pazienti, ci siamo quindi focalizzati su uno e forse non il principale meccanismo patogeno del virus. I pazienti deceduti, al netto già di altre patologie pregresse, avrebbero sofferto le conseguenze delle prime diagnosi sbagliate. Covid19 è una malattia infiammatoria vascolare sistemica. I polmoni non possono ventilare, malgrado l’insufflazione forzata di ossigeno, perché non vi arriva sangue. Addirittura i respiratori avrebbero peggiorato l’esito della malattia. L’ipotesi italiana è oggi confermata anche dagli Usa.”

Capite quindi la situazione? Brancolano nel buio gli esperti, figuriamoci noi contornati da emeriti imbecilli pronti a sgommare verso la cosiddetta Libertà! 

Sul fronte dell’altro virus due articoletti sull’umoristico Libero retto da Gintonic Feltri, rendono l’idea dello stato attuale dei rosicanti, siamo infatti l’unica nazione al mondo in cui il problema principale non è abbattere Covid, ma l’attuale Presidente del Consiglio. 
Dicevo degli articoli: il primo a firma Ieri Maria Prado s’intitola “Il Fatto e Travaglio godono per l’Italia ammanettata” dove tra l’altro si legge: 

Durante il governo dell’avvocato del popolo, il Fatto Quotidiano è impaginato sull’architettura fissa di tre pilastri: l’editoriale, dove Travaglio descrive la vergogna dei partiti “infami” che non votano le leggi proposte dalla maggioranza e denuncia i giornalisti “vermi” che criticano le nomine dell’esecutivo; poi la sezione dei commenti, affidata a magistrati amici del direttore con il compito di spiegare ai lettori la magnificenza delle riforme messe in campo dal dj in parentesi ministeriale, l’avvocato in seconda Alfonso Buonafede; e infine, di rincalzo, il settore interviste, a sua volta appaltato dal verbo togato ma questa volta nel ruolo più ampio della difesa costi quel che costi delle perfezioni istituzionali nel corso ineccepibile delle decretazioni via Facebook.” 

Certo la critica è sacrosanta, ma guardassero prima in casa loro! Poi il Prado passa a accarezzare Zagrebelsky, reo a suo avviso di difendere l’operato di Conte, negando i pieni poteri che a detta di molti il professore si sarebbe preso. 
E a questo punto scatta la classica e mefitica presa di posizione sulla privazione delle libertà, autentico scudo per combattere non il virus ma Giuseppi. 

“E infatti lo scopo di contenimento dell’epidemia è congruamente perseguito con l’abolizione del diritto di movimento, di riunione, di culto (e daje! Quando riapriranno le chiese sarò curioso di controllarne la presenza. Se ci andassero tutti quelli che ne stanno chiedendo la riapertura, saranno stracolme) con il democratico corollario della galera e dei tremila euro di multa senza processo per chi viola il coprifuoco presidiato in stile cubano dai militari messi a cercare i criminali fin dentro le chiese.”

Altro articolo, scritto da Gintonic in risposta all’amaca di Serra sul fascismo e la sinistra. 

“Sta di fatto che questo quotidiano, un tempo di moda e letto pertanto da una folla di fighetti di sinistra ma non troppo di sinistra, oggi, dato che i tempi si sono evoluti, è gradito soltanto a gente nostalgica (dice proprio nostalgica! Lui che del fascio si è fatto un faro) che non ha niente da rimpiangere.  L’editorialista più arrugginito è Michele Serra (parla di ruggine lui…) al quale si ingrippano le dita sul computer ogni volta che lo usa. Compone articoli con una svogliatezza che rivela una totale mancanza di idee, perfino le più cretine.Il primo maggio ne ha pubblicato uno che andrebbe analizzato da uno psicologo.”

Gintonic spiega le malefatte, a suo dire, di Serra e conclude così:

“Io non ritengo che si debba applaudire all’attuale opposizione, ma se Serra prestasse orecchio alle bischerate del suo segretario e ne verificasse gli atti avrebbe pudore almeno di tacere sulla condotta di Giorgia e Matteo, i quali al confronto del fratellino di Montalbano sembrano madame Curie e Quintino Sella.”

Hic, hic, hic e prosit!

Ed infine Eugenio, che quasi d’incanto incensa al meglio il nostro Presidente: 

“Il nostro Giuseppe Conte ci ricorda Cavour e Garibaldi?  Giuseppe Conte si è fatto luce dopo questa serie di trabalzoni. 
Ha rappresentato per oltre un anno la coalizione di centrodestra; poi ha condiviso la tendenza verso il centrosinistra e ha avuto la capacità corrisposta di avere come riferimento costituzionale ma anche politico il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Giuseppe Conte è diventato il gestore di questa situazione terribilmente diffusa e che richiede molte doti nel gruppo politico dirigente. 
All’inizio non sembrava che Conte le avesse e invece le ha. Mi scuso con il nostro pubblico se ricordo che io ho riconosciuto in lui il personaggio più adatto a gestire la politica italiana alle prese con la pestilenza coronavirus diffusa dalla Cina all’Africa, dall’Europa agli Usa e anche alla Russia, ai Caraibi e al Sudamerica. Insomma il mondo intero. Ho avuto la opportunità di poter parlare ampiamente e telefonicamente con Conte ieri mattina e l’ho trovato conforme alla mia visione: un socialista liberale.  
Conte sta facendo il possibile con la politica ospedaliera e cerca anche una dimensione internazionale che in casi del genere diventa inevitabile.  Questa è la posizione omnicomprensiva di Giuseppe Conte in Italia, in Europa e più in generale nell’interesse mediterraneo.  
Debbo dire che in certe manifestazioni di pensiero e di azione politica Conte mi ha ricordato papa Francesco. Lui questo non lo sa e forse non se ne cura ma Francesco è a suo modo la modernità per eccellenza. Il nostro mondo ha bisogno di vincere la povertà dell’Anima: questo è il modo per guadagnare il futuro, la salute, l’amore del prossimo, la vita.”

Ammazza oh! Addirittura Conte accostabile a Francesco! Fantastico Eugenio!

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