Un luogo ideale per trasmettere i miei pensieri a chi abbia voglia e pazienza di leggerli. Senza altro scopo che il portare alla luce i sentimenti che mi differenziano dai bovini, anche se alcune volte scrivo come loro, grammaticalmente parlando! Grazie!
martedì 26 maggio 2020
Inamovibili
Potremmo definirla una navigazione, ammesso di constatarne la scia, questa vita comune incastonata in quest'anno bastardo e maledetto. Molti però sono in balia delle correnti, chi romba sui mari lo fa al solito pacchianamente. Pochi indomiti usano remi per movimentarsi. Al di là del procedere o meno vi sono due, per ora ne scorgo solo due, colonne d'Ercole che, oramai mitridatizzate, non sembrano avvertire vibrazioni tali da far presupporre un loro vicino abbattimento sociale: 1400 miliardi di euro depositati nei conti correnti italiani e oltre 100 miliardi evasi annualmente. Di chi saranno quei soldi stipati nelle banche visto che tutti, ma proprio tutti stanno piangendo miseria e povertà? Chi ha ammassato ricchezze capaci di far loro attraversare in beltà questo post Covid? Da sottolineare che in questo caso la statistica del pollo, se siamo in due e tu te lo mangi interamente ed io rimango a bocca asciutta per i grafici figura che ce ne siamo pappati metà a testa, non conta una minchia. Se dividessi la cifra accatastata per il numero di abitanti, figurerebbe che ogni italico possiede quasi 25mila euro. Follia, baggianata. La verità è che pochi, al solito, hanno tantissimo; molti quasi nulla.
Ma il piagnisteo è globale da Scilla a Trepalle! Guardate programmi tv, evitate mi raccomando i rintronanti alla uominiedonne, gustate il lamento, osservate le sopracciglia arcuate onnicomprensiva, i latrati all'unisono, le prefiche ululanti, il lutto nazionale di chi annuncia di non poter ripartire se non arriverà l'aiuto di stato. Intendiamoci: moltissimi dicono il vero, purtroppo! Ma assieme a loro, mascherati, grondano lacrime anche chi, pregno d'inverecondia, potrebbe rialzarsi autonomamente attingendo alle risorse grondanti tigna e livore, ma non lo fa per quel mefitico dna che porta tanti, troppi, a gozzovigliare da tempo immemore sulle spalle gravate di tanti sciagurati, babbei del nuovo millennio edulcorati da pseudo filosofie solo in apparenza benigne, celanti quel torpore di mente responsabile dell'attuale situazione sociale, refrattaria a qualunque sano sollevamento popolare.
E non mi frega nulla di passare per visionario, per populista, per terrapiattista o seguace delle strisce chimiche, che è la difesa psicologica eretta da lor signori nei riguardi dei pochi, m'incenso, che ancora avvertono questa sonora ed eclatante presaperilculo.
Vado avanti: tra i molti commedianti addolorati vi sono celati anche i briganti che non partecipano alle spese comuni, che evitano di dare il giusto a Cesare, irridendo il sacrificio di chi, alla fonte, viene depredato ingiustamente per il dovere comune di mettere lo stato in grado di assolvere alle proprie spese, stipendi compresi.
Queste colonne inamovibili rimangono marmoree, statiche, sbeffeggianti, condannando inequivocabilmente la ragione comune allo sbeffeggiamento. Mi chiedo: fino a quando permetteremo tutto questo? Il post pandemico lo immaginavo come una primavera in cui ghiri e marmotte beatamente riposanti all'ombra di una qualsiasi barbaradurso, trovassero linfa e vitamine capaci di rialzargli busto e collo agevolando il grido possente del "adesso basta, avete rotto i coglioni!"
Probabilmente mi sono sbagliato, come sempre. Tra le risate degli empi ridanciani comuni.
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