venerdì 17 aprile 2020

L'Isola Mento - giorno 35



La diga si sta delineando, lo spartiacque tra il passato-nuovo futuro e il futuro-lontano dal passato, pure. 

Avverto le lagne rognose di chi ha gestito situazioni drammatiche in modalità vergognosa, prediligendo di salvare alcuni a scapito di altri, perché nel prepandemico era oramai normalità depositare esseri umani scaduti per le esigenze del sistema, in depositi chiamati RSA.
Cambiare mentalità, appianare le diseguaglianze con uomini nuovi e soprattutto svegli, non Sardine please! 
E' questo la lotta che sento mia, che mi sprona a eruttare forse sguaiatamente, cialtronescamente, ma, come una forza interiore non gestibile, la quarantena mi porta a proferir tali sentimenti. 
Avrete letto la lettera di Giorgio Armani, si d'accordo avrebbe potuto scriverla prima; ebbene la ritengo un segnale importante, squassante ciò che era e che, ardo nel crederlo, non si ripeterà più. 
Sguazzano nel ristretto acquario loro concesso dal pandemico, personaggi insulsi che invece ardono ancora per quella continuità annullante il sacrificio di molti scomparsi a centinaia ogni giorno. 
Ricordate tutti gli gnomi del nulla che infarcivano la nostra quotidianità, obbligandoci a ritener normali comportamenti sviati, da fuori di testa? 
Politici, truffatori, truffaldini, a volte sono la stessa persona, bighelloni, rapaci, starlette e ominidi hanno fatto sì che la gioia fosse identificata dentro recinti dell'aria fritta, con tanto di ciliegine alla "barbarellad'urso" per intenderci. Smarrimmo valori ritenuti obsoleti, stantii, scialbi mentre credo, erano e saranno i viatici per ritornare noi stessi, riacquistando libertà d'opinione e di relazione accantonati in soffitta da chi, diabolicamente, ha confezionato il modus operandi ninnolante, abbacinando intere generazioni, le quali ahimè amalgamano il dialogare con l'apericena evaporante vociare, lo svago col tour di centri commerciali, il divertimento con la giusta pillolina, lo star bene con l'affossare l'inconscio dentro ad una bottiglia di rum, il delegare agli "altri" le scelte politiche su cui dovranno essi stessi srotolar l'esistenza, il ritenere la lettura un sopruso infame, la discussione roba da antenati, il confronto un'idiozia tramandata da chi, vedi sopra, attende la fine dentro ai magazzini già citati, lo sottostare alle burocratiche fauci della cosiddetta "europaunita" (meglio impaurita) un dovere, lo svilire le terre vicine svendendole a masse informi ed incontrollate di predatori che di turismo non sanno e non hanno nulla, il vivere per volare il più lontano possibile quale unica forma di svago come se accanto a noi avessimo solo discariche e porcilaie, il credere nel futuro solo se dispensatore di ricchezze, il sottoporsi a cure estetiche, a sforzi sovrumani invernali, per mostrare corpi oramai illeggibili per troppe scritte sugli arenili sovraffollati e costosissimi ma accettati fantozzianamente oramai visto che il mare, dai che ce lo abbiamo inoculato tutti, non è un bene comune ma di proprietà dei dispensatori di lettini a 8 euro al dì! 

Insomma cari amici: comprendete i miei spasmi. Non so ancora se siano figli di meditazione o di stress. Ai posteri l'ardua sentenza! 

(35. continua ... Tourmalet permettendo...)  

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