lunedì 27 aprile 2020

Fioritura


D'accordo che siamo in primavera, ma il fiorire di così tanti soloni, esperti in virologia, tuttologi, lascia basiti! 
Oggi infatti è un pullulare di "la vorrei bionda anzi no, nera! S'odono latrati di chi, dell'apparire, ne ha fatto ragione di vita! 
Avrebbero potuto aprire le chiese, far incontrare i fidanzati, riaprire i parrucchieri, sdoganare il calcio, e perché i parenti si possono andare a trovare e gli amici di vecchia data no? C'è indecisione, non sanno cosa fare, dai interveniamo noi che la sappiamo ben più lunga! E poi la Chiesa, addirittura invocante la libertà di culto! 
Cerchiamo di ricapitolare: la più grave crisi dal dopoguerra ad oggi è stata gestita in modo chiaramente particolare, mancando lo storico con cui confrontarsi. Mai nessuno aveva dovuto in passato assumere decisioni atte a salvaguardare la vita di tutto il popolo. E allora occorre partire da questo insormontabile paletto: non esisteva nessun protocollo, nessun riferimento, nessuna precedente esperienza. 
Giuseppe Conte ha avuto tra le mani un problema di inaudita portata, lo doveva scindere, studiare, assimilare, farne partecipe gli esperti in materia. Ha fatto tutto questo ed oggi che la pandemia sembra addormentarsi, ha deciso di ripartire scontentando molti, secondo delle regole che non permettano al Covid Bastardo di rinvigorirsi. 
Chiaro che se ci fosse stato qualcun altro avrebbe preso differenti strade. Penso con tremore di gonadi al Cazzaro e, aiutandomi con un cicchetto, immagino lo stato di severità, e calamità in cui saremmo piombati, tra un aprire tutto e un serrare ogni cosa che il nullafacente avrebbe escogitato. 
Ed invece ho piena fiducia nell'operato di Giuseppe Conte, un Premier che, giustamente, ha chiesto la collaborazione di esperti. Spero finisca questa nuova moda in cui ometti insipidi si travestono in saccenti su ogni aspetto della quotidianità! Devono terminare gli indegni spettacoli di talk show dove balordi abituati ancora ai bagordi pre pandemici, perseguano il proprio tornaconto svilendo la giustezza di pareri di esperti. Cicalecci infastidenti s'odono ovunque dove un Sallusti, un Minzolini, una bionda tuttologa ospitati in canoniche tipo quella della perpetua di Rete 4, s'avventato smodatamente sul bersaglio Conte con l'unico scopo di destabilizzare, con livore, ciò che potrebbe non essere il massimo, ma costituisce una pur valida e sofferta soluzione al problema gigantesco mai, lo ribadisco, prima d'ora vissuto. 
La Cei s'inalbera per la mancata riapertura delle chiese: è uno dei tanti problemi chiaramente, ma anche qui c'è da scindere le problematiche. Tradizionalisti infatuati infatti colgono quest'appiglio per vomitare odio, tanto per seguire le norme del cattolicesimo, altri stanno insorgendo per una, dicono, necessità dello spirito, l'incontro con Gesù Eucarestia.
Guardando alla tradizione e alla Parola, senza nulla togliere all'importanza dei sacramenti, nei Vangeli la narrazione del momento fondamentale è descritta da Matteo, Luca, Marco. 
Giovanni non la riporta, non per sminuire l'Evento, ma per innalzare l'altro momento topico, la lavanda dei piedi, ovvero il servizio, il farsi comunità, il donarsi. 
Con questo non intendo assolutamente ridurre il Santissimo Sacramento ad opzione, se ci si può accostare bene altrimenti ci sono altre possibilità. Pertanto intendo sdrammatizzare l'attuale situazione pandemica: comunione spirituale, il Papa tutte le mattine la consiglia e la propone, solidarietà, compartecipazione sono momenti e sentimenti che riescono a dialogare con noi stessi, irrorando e calmierando coscienze arse dal desiderio di ospitare nei propri cuori l’Eucarestia. I due discepoli di Emmaus che lo riconobbero nello spezzare il pane, insegnano anche che il Signore s'avvicina sempre, viaggia con noi, vive le nostre tribolazioni compartecipandovi, la serenità che pervade l'animo nell'ascoltarlo è una basilare panacea alla sua assenza sacramentale. Altre manifestazioni di nervosismo potrebbero emergere da codicilli, nozionismo, ritualità offuscanti la via maestra del servizio, dell'accettazione, del prosieguo del cammino di fratellanza verso la meta finale.    

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