domenica 16 febbraio 2020

Alti e bassi incresciosi



Si chiamava Steven Babbi, morto ieri a 24 anni, di cui la metà trascorsi a combattere, fieramente, contro un terribile male, il sarcoma di Ewing. 
La sua storia eroica evidenzia i dirupi vergognosi della nostra società ma, al tempo stesso e per fortuna, anche spiragli di luce gioiosa su cui appoggiarsi per sperare che, prima o poi, la vergogna lascerà il posto ad una decorosa vita sociale di tutti noi.
Perché mentre ci sono, e non mi vergogno di definirli così anche se hanno versato il dovuto, sanguisughe che arraffano malloppi indecorosi di 7-8-10 addirittura 15mila euro mensili di pensione, dall'altro lato se un lavoratore si ammala di tumore riceve dall'Inps parte dello stipendio per solo 180 giorni. 
Da una parte quindi gli agiati, i vaporosi signori di 'sta minchia, dall'altra la stragrande maggioranza della popolazione, a cui anche ammalarsi rappresenta un privilegio, quasi par di sentire "ma chi te lo ha fatto fare di prenderti un tumore?" 
Uno stato che non protegge i più deboli non è uno stato serio. I tromboni che menano fregnacce in aere, a pagamento naturalmente, hanno tanto insistito nel trasformare differenze in normalità che il "pensiero comune" ha sdoganato, tra un grande fratello vip e l'altro, alcune regole fondamentali di convivenza: la malattia è un problema da risolvere a tutti, la sofferenza deve essere alleviata indistintamente e vaffanculo alle cliniche dorate con Pos annesso, ai professoroni lautamente ricompensati, molte volte "in nero". 
Credo di averlo già detto: a mio parere l'assistenza sanitaria non dovrebbe dipendere dal grado sociale. Se uno si ammala di tumore lo stato, uno stato serio, (repetita iuvant) dovrebbe farsi compagno di viaggio della vittima, perché stiamo proprio parlando di vittime del sistema, di questa modernità pregna di onde magnetiche (e ora che arriva il 5G quanti voi hanno ascoltato lamenti e dubbi sulla sua presunta nocività?), di diserbanti, di cibi infausti, di prodotti palesemente cancerogeni sparsi nei campi.
Ed invece no! Centottanta giorni dopo di che son cavoli tuoi! 
Per fortuna però, ecco lo spiraglio di luce, Barbara Burioli e Rocco De Lucia, titolari della Siropack, azienda dove Steven lavorava, hanno sfanculato l'infamante pensiero comune dell'Inps, continuando a pagare lo sfortunato giovane oltre i vergognosi 180 giorni! Per questo gesto di grande umanità ed intelligenza, i due titolari sono stati insigniti dal Presidente della Repubblica del titolo di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana. 
Il lottatore Steven si sarà inorgoglito di avere dei datori di lavoro di questo stampo, anche se ahimè ce ne sono pochi. 
Ti sia soffice e lieve la terra amico nostro! 
E scusaci tanto per queste norme che ci fanno tanto vergognare. 
Ciao Steven! 

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