È ricomparso, inopinatamente è riapparso, si proprio lui: lo Studioso di Gazza al bar! Giacca di velluto, occhiali da pensatore si è accomodato impercettibilmente con in mano il sacro testo rosa, ed invece di sfogliarla si è concentrato oltremodo quasi si dovesse prepare ad un test d’ammissione ad un concorso pubblico. Ogni trafiletto, ogni colonna sono stati da lui scannerizzati con qualità superiore ai 2500 dpi; nel tempo in cui ho preso il caffè e fumato la paglia era ancora a pagina due, il che mi fa prevedere la sua alzata attorno a mezzogiorno. Lo Studioso è il pericolo numero uno dei normali avventori, un fastidioso foruncolo in zona prostatica che vorresti estirpare ma che lasci al suo posto solo per riverire madame etiquette. La voglia incontrollata di recarmi all’edicola ad acquistare cinque copie della Gazza per lanciargliele sul tavolino è stata sopita solo dalla certezza che, mediante sguardi e commenti degli astanti, lo Studioso si sia reso conto di aver fatto l’ennesima figura barboneira, pecca e stemma della sua infima categoria.
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