giovedì 30 gennaio 2020

Bivio


Sono attanagliato, nel buio del mio io, da una serie improvvida di quesiti, di ragioni multicolori insalubri, la verità infatti dovrebbe averne una sola di tonalità. Sono preso d'assedio per te e il tuo trascinamento ai confini del mistero, sempre impavido, determinato, tenace. 
Mi sono profuso, lo ammetto, in ricerca di escamotage chiamali come vuoi idratazioni, trasfusioni, medicine a secchi. Consapevolmente cercavo e cerco spasmodicamente ditirambi artificiosi, pertugi per riagguantare una chimera oramai rarefatta, il ritorno alla normalità, a quando ti occupavi di tutto, uscivi, rientravi, sempre soavemente, inondando l'aria del tuo buonumore. 
E in queste sere avverto un'onda anomala scaturente dal tuo soffrire, dal tuo chiederti perché questa storiaccia finale debba continuare, tra dolori, tristezze fuoriuscenti dall'abbraccio mefitico con la marmorea staticità, ed io mi sento in un certo modo responsabile, artefice di un presupposto, probabile, allungamento anche se, lo spero proprio, non si sta parlando assolutamente di accanimento terapeutico. 
Ed ecco quindi il dilemma, l'angosciante quesito, se continuare o no su questa strada scarsamente lastricata, se l'egoismo filiale stia prevalendo sulla giusta sequela naturale. Sono dilaniato papà per questo dubbio. Vorrei ma il chiedersi per chi e per cosa, tipo un appagamento di presenza vitale per me, la sta facendo da padrone. Ogni pensiero, ogni azione vengono setacciati, vagliati dal modesto motore interno che posseggo. Perché non seguire i suoi voleri, la sua scelta, la sua volontà e di controcanto: quello che gli stanno facendo non è accanimento, lo ripeto, non ci sono sonde per l'alimentazione forzata, non c'è l'ossigeno, nulla di nulla. Certo idratare vuol dire in parte rafforzare l'organismo, reggere le febbriciattole che periodicamente vengono a disturbarti. Ritengo però che tutto quanto stia cercando di fare, rientri nei canoni dell'affetto, il problema è se sia ingombrante o no. 
Compio tutto senza alcuna pianificazione prolungante l'attesa; di getto, naturalmente, di primo acchito. Quelle tue domande però mi devastano, m'inerpicano in sentieri troppo scoscesi. Non vorrei perderti insomma anche se ciò, temo, non risponde al tuo sommo e raggelante quesito: "perché devo ancora soffrire?"
Un bacio infinito.   

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