di Marco Palombi da "il Fatto Quotidiano"
Ora che si va posando la polvere mediatica
attorno alla presenza al vertice sul clima dell'Onu di Greta Thunberg e di
altri noti attivisti per l'ambiente tipo Bill Gates (sic), resta una domanda:
ma contro chi è questa rivolta ecologista? A chi si rivolge la giovane svedese
col suo "Pentiti!" o quando avverte che "il cambiamento sta
arrivando, che vi piaccia o no".
A chi non piace? Mai s'è vista
una rivolta contro il sistema accolta dallo stesso sistema che si vorrebbe
abbattere con tale gioia: presidenti, cancelliere, burocratjia sovranazionale
varia, amministratori delegati, giornalisti ed editori, ex pirati oggi filantropi,
tutti applaudono entusiasti.
Un solo esempio: a spingere l'alleanza
verde a New York c'era pure Søren Skou, che di lavoro fa il capo della
Møller-Maersk, conglomerato danese che, tra le altre cose, è il più grande
armatore di navi mercantili del mondo, cioè uno dei più grandi inquinatori del
mondo (ma non certo il solo presente al Palazzo di Vetro). E quindi - a non
voler porre dubbi scientifici sul dogma dell'emergenza e sulle cure proposte -
resta la domanda: chi è che rema contro?
Chi "osa"? Bastano
Trump e Bolsonaro a bloccare il risveglio mondiale della coscienza verde
guidato dalle multinazionali, pure quelle del petrolio? Noi abbiamo questa
rozza idea che, se tutti applaudono, hai probabilmente detto una cazzata e il
sospetto, parafrasando il maestro Stefano Ricucci, che manager e presidenti
vogliano fare gli ambientalisti col culo degli altri. Di chi? Mettiamola così:
se non sei al tavolo, sei nel menu.
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