domenica 29 settembre 2019

Dati di fatto


Non conosco appieno i verbali processuali anche se mi piacerebbe leggerli tutti. Non conosco le intricate vie per cui si è arrivati a ipotizzare un coinvolgimento di Al Tappone nelle stragi mafiose, né comprendo appieno come la magistratura riscontri le confessioni di assassini, trattasi sempre di assassini, cosiddetti pentiti. Mi attengo ai fatti, ad un fatto acclarato, che già ha attraversato i tre gradi di giudizio. Quindi certo, inopinabile, che solo l’imbarbarimento culturale e mediatico, grazie anche e soprattutto alle sue tv e a quelle da lui controllate allorché discese in politica, ai suoi giornali e a quelli insufflati da proni amici, ha nascosto, sminuzzato, levigato, sminuito, fors’anche ridicolizzato: almeno fino al 1994, e forse anche oltre, il Riccastro Puttaniere ha pagato rate da 250 milioni di lire alla mafia di Riina in cambio di protezione. In un paese serio e democratico questo incredibile delitto sociale e culturale avrebbe portato codesto criminale in galera, gli avrebbe levato ogni potere politico e finanziario. Qui da noi invece c’è ancora chi lo difende, esaltandolo, quasi scusandolo. Come ha fatto pochi giorni fa il Pifferaio Tragico, un’altra, seppur di minor e di diversa entità, problematica nostrana.

Nessun commento:

Posta un commento