Ricordi
Quasi un rigurgito il titolo di oggi, una cipollata per aizzare ghiandole lacrimali dimenticate ai tempi del bamboccio di casata, il protetto tanto amico dell’allora editore al punto di anticipargli provvedimenti sulle banche in grado di fargli guadagnare 600mila euroni in un sol giorno. Erano i tempi dello sfacelo dei diritti degli stessi, oggi oggetto di barbaredursate inneggianti ad una parvenza di “vaga idea di socialismo” (cit.): il rapto dell’articolo 18, i contratti capestro avvianti allo schiavismo 2.0 del gastronomico cooperativo Poletti. Quando c’era l’Infante Giullare rignanese da queste colonne s’assisteva a scempi di pensiero alla “è l’ora dei sacrifici per tutti” o alla famigerata “ce lo chiede l’Europa.” Tempi oscurantisti per illuminati dal sole di Capalbio, radical chic ricercanti spasmodicamente emolumenti e ribalta, di cui questo quotidiano era gazzetta e voce. Nessun senso di dignità, di mea culpa, di scuse, di ammissioni di corresponsabilità; solo speranza nell’amnesia globale tipica di luoghi infangati, sbeffeggiati come è la nostra terra, Alloccalia.
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