Un luogo ideale per trasmettere i miei pensieri a chi abbia voglia e pazienza di leggerli. Senza altro scopo che il portare alla luce i sentimenti che mi differenziano dai bovini, anche se alcune volte scrivo come loro, grammaticalmente parlando! Grazie!
venerdì 7 giugno 2019
L'amore per la luce
Ho da faticare, lo ammetto, a tenere alto il tenore dei nostri dialoghi mentre, affranto e costernato, vedo svilire, scolorarsi, affievolire, il tuo gran spirito, la tua incommensurabile saggezza, la crestomazia dei sapori del cuore che pervade da tanto tempo la mia anima, grazie a te.
Guerriero indomito hai chiaro il finale di stagione, le sinapsi ti portano dove prima o poi tutti arriveremo, sei cosciente e gagliardo, affronti lo snocciolarsi degli eventi che nessuno, a volte per fortuna ma in questo caso ahimè, può ritardare o anticipare di un solo attimo. Quello che m'affascina è la tua costante, caparbia, ammirevole ricerca spasmodica della luce del nostro astro splendente come la tua persona. Desideri gustarti ogni quanto di luce, sei affamato del calore, della pienezza del raggio entrante nella camera come se, lo hai detto una volta ed io ho fatto finta di nulla mentre mi implodeva la valvola cardiaca per l'emozione, fossi in attesa di ciò che idealizziamo, forse sbagliando, mi auguro, come il buio perenne, l'ineluttabile solitudine glaciale, compimento di ogni vivente, preambolo di un divenire sconosciuto e forse erroneamente troppo soppesato.
T'ammiro, sperando che tu non te ne accorga; sei scientemente in sella al tuo divenire, non vuoi scendere, smani per dirigere te stesso in questo mare troppo ondulato, schiumoso, tetro.
Hai in mano la cloche del tuo essere, una fortuna ci dicono in questi tempi pregni d'inebetiti. Mostri sofferenza ma, sempre con esemplare costanza, riesci a sorridere come un bimbo scartante il dono sotto l'albero luminoso. Sorridi per quello che è stato, sorridi per non infliggerci pene ulteriori, riesci, e questo è un prodigio, ad impensierirti per la tua probabile, spero e ardo ancora definirla lontana, dipartita, come un nocchiero pensieroso per i suoi sottoposti di cui conosce la goffaggine urticante allorché s'assenta dal veliero.
Dicono che tutti, nel tuo ruolo, sulla tolda, insegnino più coi gesti che con le parole. Lo confermo, pensando al tuo inestimabile sorriso dispiegato alla faccia del castello che s'affloscia giorno dopo giorno. Di questo te ne sarò sempre grato, portando con me come un'essenza insostituibile la differenza indescrivibile che quella pace del cuore m'infonde attraverso il tuo viso gioioso, dicotomia tra il voler bene e l'amare.
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