Un luogo ideale per trasmettere i miei pensieri a chi abbia voglia e pazienza di leggerli. Senza altro scopo che il portare alla luce i sentimenti che mi differenziano dai bovini, anche se alcune volte scrivo come loro, grammaticalmente parlando! Grazie!
lunedì 13 maggio 2019
Quelle parole...
"Apri un po' la tenda che almeno entra la luce, che me la voglio gustare prima del grande buio!"
Queste parole pronunciate da mio padre infermo a letto, mi hanno letteralmente sconquassato, quasi fossero coltelli raggelanti.
Il grande buio: l'incontro non procrastinabile con la nostra fine biologica, la paura, fobia, del successivo buio che non vedremo non potendo percepire più nulla. Chi crede è certo dell'arrivo della Luce, l'amica di sempre anche quaggiù. Chi non crede non teme il buio appunto, perché non lo si vedrà, percepirà. Il nulla o la pienezza di ogni cosa. Si possono equiparare? Se chiudo gli occhi che ricordo ho del tempo che c'era prima della mia nascita?
Nulla è mancanza, assenza. E il tempo prima non c'era. Esiste da quando ho emesso il primo vagito e se ne andrà allorché compirò l'ultimo respiro.
Il tempo dunque è volano di gioie e dolori. Fuori dal tempo il nulla è placido ed immoto. Il non essere per sempre è insignificante nella sua essenza più concreta, ossimoro in quanto il non essere è il vero nulla.
Se questo nulla sarà colmato dal Tutto, allora vorrà dire che le parole dei profeti erano vere. Viceversa se rimarrà Nulla sarà un vuoto pienamente colmante nell'istante scomparso dell'ultimo secondo vitale. Ogni essere cesserà di esistere nel tempo. Uscendo da esso tutto colmerà e nulla riempirà. Quello che ammiriamo lontanissimo, il buco nero, è profetico di quello che sarà: luce e tempo non entreranno nel nostro divenire. Placidamente o pienamente.
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