giovedì 2 maggio 2019

Malinconia


Ho visto ieri il film Stanlio e Ollio, una concentrazione affascinante e soprattutto malinconica. Il magico duo è risorto grazie a Steve Coogan e John C. Reilly, fantastici nei rispettivi ruoli di Babe e Stan. Malinconico dicevo questo film che narra gli ultimi anni della coppia più famosa del cinema mondiale. Passa la gloria di questo mondo, lo sappiamo ma tendiamo a far finta che ciò non accada. E vederli esibirsi in teatri mezzi vuoti ti porta a soffrire con loro, stupenda rappresentazione di come vivere nell’Arte allontani baratri e fobie di noi comuni mortali. Stanlio e Ollio se ne fregavano di non venir più riconosciuti per strada o alloggiare in piccole locande semplici ed imbarazzanti. Sapevano infatti di dover vivere solo e per mezzo della coppia, la sinergia, la fucina degli intendimenti, i tempi della battuta, la magia dell’unicità del loro essere. Toccarono l’Olimpo, afferrarono il flusso dorato e magico della Bellezza, sedettero al desco dei pochi in grado di elevare il genere in luoghi deputati all’eternità. Ecco perché comiche degli anni Trenta riescono a far sorridere sempre e per sempre. La comicità è arte e come tale non può essere ridotta, mistificata, come oggi, a peripatetica. 
Babe e Stan in questo film pregno di malinconia proclamano semplicemente questo: passa la scena di questo mondo, ma non per quelli come loro. Hanno saputo infatti innalzarsi oltre la realtà, sgominando l’agonia del famigerato viale del tramonto. Insieme ci hanno cresciuto, insieme restano sul palco. La vita infatti è nel proscenio.

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