domenica 31 marzo 2019

Grazie Andrea!


Ecco, dovessero spegnersi per sempre i modem, la tecnologia tornare ai tempi di questo congresso sulla famiglia di Verona, sappiate che io la penso esattamente come il mitico Scanzi!

domenica 31/03/2019
I SERMONISTI
Dàgli ai 5Stelle: manuale da talk
IN TV COME AL BAR. ECCO IL TESTO PER MUOVERSI NELL’AGORÀ POLITICA SECONDO L’UNICO ASSIOMA CHE GIRA

di Andrea Scanzi

Ti hanno invitato a un dibattito? A cena si parla del governo? Al bar non ti danno il cappuccino se prima non dici come la pensi su Paola Taverna? Niente paura: corri in edicola e acquista Come parlare sempre male dei 5Stelle anche se in realtà stai parlando di filosofia teoretica. Autori vari, Edizioni Carofiglio Umile, costo 180 euro (però ben spesi).

È un libro irrinunciabile, che parte dall’unico assioma della politica attuale: i 5 Stelle hanno torto anche quando hanno ragione. Oppure, se preferite, “i grillini ci hanno la rogna”. È un po’ la versione nostrana del noto paradosso di Edward Lorenz: “Può, il batter d’ali di una farfalla in Brasile, provocare un tornado in Texas?”. Oggi la frase è diventata così: “Può un ruttino di Mario Giarrusso provocare la Terza guerra mondiale?”. La risposta è “sì”, perché l’unica certezza nella vita è che i 5 Stelle sono il Male e il Pd il Bene.

Ce lo ha ricordato due giorni fa a Otto e mezzo

anche Alessandro De Angelis, autoproclamatosi “quirinalista” per mancanza di prove, che mentre si parlava di quel troiaio del Congresso delle Famiglie di Verona (su cui la pensa come i 5Stelle, ma non può dirlo), ha buttato la palla in tribuna dicendo che “però il M5S ha appoggiato il dl Salvini e la legge sulla legittima difesa, quindi sta uccidendo i diritti”.

Tutte cose che in quel momento non c’entravano nulla, e dunque per De Angelis andavano benissimo. Raggiungere il talento dei “sermonisti” catodici oggi di moda non è facile, ma il libro vi aiuterà a muovervi nell’agorà politica con esempi concreti. Eccone tre.

Sessismo e Toninelli. I 5Stelle si stanno battendo per aumentare le pene sul femminicidio, varare una legge ad hoc sul revenge porn e contrastare i troppi Gandolfini. Però non si può dire, perché i grillini sono – per antonomasia – omofobi e sessisti: garantiscono Cirinnà e Costantino della Gherardesca. Quindi, se qualche odioso Travaglio vi sta ricordando alcune mosse in apparenza condivisibili dei 5Stelle, voi non fidatevi. E spostate subito a caso il tema del dibattito. Tipo: “Sì, però 18 anni fa mi hanno detto che Toninelli guardò il culo di una ragazza mentre faceva la fila per comprare due etti di migliaccio in una macelleria di Crema, quindi è sessista. C’era anche Severgnini che può confermare”. Se lo direte, non mancherà una Marianna Aprile ad applaudirvi, per aggiungere poi che (testuale) “i 5Stelle hanno un’idea ancillare della donna”.

Povertà e Di Maio. Non conta nulla che i 5Stelle abbiano varato Decreto Dignità, reddito di cittadinanza e (si spera) salario minimo, tutte cose che se le avesse fatte Zingaretti oggi Giannini lo paragonerebbe come minimo a Bordiga. Non conta: i grillini restano – per antonomasia – fascisti e schiavisti. Quindi, anche qui, dovete spostare l’attenzione. Per esempio: “Queste sono armi di distrazioni di massa della propaganda grillina. La verità è che Di Maio, quando faceva il bibitaro, una volta rubò una Zigulì allo stadio ed è stato proprio il mancato gettito di quell’acquisto a provocare la crisi mondiale”. Se poi aggiungerete che a 17 anni Di Maio trafugò pure un UniPosca in una tabaccheria di Afragola “ed è per questo che oggi mancano le coperture”, Giannini vi erigerà una statua equestre.

Corruzione e Bonafede. La Spazzacorrotti è (più o meno) quella legge che milioni di elettori avrebbero voluto dal centrosinistra nell’infinito lasso di tempo intercorso tra il 1994 e il 2018, ma anche questo non si può dire. Quindi confutate tutto, possibilmente senza argomenti. Tipo: “La deriva giacobino-grillina è un pericolo per le libertà faticosamente conseguite col sangue dei nostri avi”. Pausa. Poi (con l’aria di un Augias che ti rivela il senso della vita): “Mio nonno era partigiano con Pertini. Fu proprio Sandro, durante i lunghi anni della prigionia, a dirgli che il problema del Paese non era il fascismo bensì Bonafede. Che non era ancora nato, ma già rompeva i coglioni”.

Cosa aspettate? Comprate il libro e, nel dubbio, date sempre la colpa ai 5Stelle: i tanti Zucconi, nel senso di Vittorio (ma forse non solo), ve ne saranno grati.

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