sabato 02/02/2019
VENEZIA
Fra.Tino, “corvo” di S. Marco “Preti pedofili, chiesa zitta”
ANCORA VOLANTINI, ACCUSE AL PATRIARCA MORAGLIA
di Giuseppe Pietrobelli
Dissacrante, eretico, controcorrente, novello Savonarola che fustiga i costumi della chiesa, “il povero Fra.Tino” è un anonimo, e quindi misterioso personaggio che sta mettendo a rumore Venezia e toglie il sonno al patriarca Moraglia. Lo fa, ma in altro modo, come ai tempi della Serenissima quando venivano imbucate le denunce per l’imperscrutabile magistratura di Palazzo Ducale, per colpire qualcuno, tirando indietro la mano. Da alcuni giorni l’area Marciana, con le numerose chiese attorno a San Marco, è disseminata di volantini. Qualcuno, incurante delle telecamere, li ha affissi davanti a San Zulian, San Salvador, San Lio, Santa Maria Formosa e San Moisè.
Le ondate di manifestini (i cui testi sono finiti in Procura) sono due. Ma se la prima poteva far pensare a un semplice regolamento di conti ecclesiale scaturito dal trasferimento di un parroco, la seconda è un attacco diretto al vescovo Francesco Moraglia e alle sue ambizioni di diventare cardinale. Con informazioni dettagliate sulle mosse del presule che da 6 anni è in attesa della porpora, per ingraziarsi il Vaticano. Se siano anche precise e veritiere, lo dovranno accertare i carabinieri che indagano sull’ipotesi di diffamazione, sollecitata da una Curia indignata. Di certo l’immagine della chiesa veneziana ne esce a pezzi, mentre si cerca un “corvo” (o forse due). Il primo volantino porta una firma evangelica: “La verità vi rende liberi” (Giovanni, 8, 32). La parte più pruriginosa riguarda i nomi di 5 sacerdoti, additati per comportamenti “deprecabili”. Il riferimento sembra essere a pedofilia, sesso e corruzione nella Chiesa. E in quel primo foglio monsignor Moraglia viene tirato in ballo perché avrebbe chiuso un occhio, anzi tollerato.
Per inquadrare il clima che si respira a Venezia, pensiamo che un mese fa alcuni fedeli sono andati a manifestare sotto le finestre del patriarca contro il trasferimento di don Massiliano D’Antigua, parroco di San Salvador, destinato a fare il confessore a San Marco. Autentica rivolta contro l’autorità, mentre il prete è tornato a casa dai genitori, a dispetto del vescovo che lo invitava ad andare in un monastero.
In questa polveriera è piombato il secondo volantino del sedicente “Fra.Tino”, con nuove “Notizie dal Patriarcato”. Che provenga da chi ha accesso alle stanze ecclesiastiche ci sono pochi dubbi. Per capire la situazione, si deve ricordare che Moraglia è arrivato nel 2012 da La Spezia, come vescovo. E tale è rimasto. Eppure in un secolo i patriarchi di Venezia, tutti cardinali, hanno dato a Santa Romana Chiesa, tre papi del calibro di Pio X , Giovanni XXIII e Giovanni Paolo I. Insomma, a Moraglia manca la porpora.
Nel volantino è scritto che il presule, rientrato da un incontro della Cei, avrebbe riunito i preti precisando “che serve massima attenzione e unità interna per non fallire il prossimo (auspicabile) riconoscimento della porpora”. Il virgolettato è dell’anonimo veneziano. Avrebbe invitato a prendere le distanze dagli attacchi a papa Francesco, perché il patriarca “non vuole essere coinvolto in queste diatribe”. Un’aggiunta conduce al professore Alessandro Tamborini, docente di Scienze religiose, “plenipotenziario, responsabile nazionale di Forza Nuova per le politiche di tutela e promozione del patrimonio culturale e artistico”. Un personaggio che ha animato le cronache, perché si rifiutò di togliersi le scarpe entrando in una moschea ricostruita alla Biennale e perché ha denunciato l’affarismo della chiesa veneziana. Secondo il volantino, Moraglia non lo ritiene più un interlocutore, perché ha attaccato papa Francesco. Tamborini, di simpatie neofasciste, ha subito scritto ai giornali negando di essere il delatore.
“Fra.Tino”, tremando per la solidità dell’“edificio ecclesiale”, conclude accorato: “Il patriarca ha tenuto a sottolineare che è lui a comandare e tutti debbono ubbidire. Ma non si accorge che le chiese vengono chiuse e il gregge dei fedeli viene disperso?”.
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