venerdì 28 dicembre 2018

Fraintendimento


E io che a quella parola avevo da sempre legato un soffrire, a volte bovino, interiore, uno sfottere gli altri colori, un partire all'alba assieme ad altri scapestrati, mangiando qualche camogli pagati a peso d'oro nelle succursali autostradali dei Benetton, vivendo l'attesa immerso in giaculatorie alla dea Eupalla, per poi attanagliarsi cuore e viscere nei canonici novanta minuti, indi far ritorno a casa a volte mesto, a volte euforico, sempre pronto il giorno dopo a discutere verbalmente di quel rigore non dato, di quel fallo non visto, di quella bischerata commessa dal solito centrale idiota! Leggo invece che quel signore morto e facente parte dei Blood Honour Varese, un gruppo ultras con radici neonaziste, viene definito "tifoso", leader storico, quasi un esempio di fedeltà ai colori.
Chiedo venia, avendo da sempre travisato il significato del suddetto sostantivo. Mentre i giornaloni fanno a gara a chiedere fermezza, punizioni esemplari, i tuttologi si concentrano su questi vili esempi di pazzia sociale, i presidenti di club assestano buffetti ai capi tifoserie che in gran loggia segreta supportano, coccolano, spronano, continuo a rimanere basito difronte al personale fraintendimento del concetto di tifoso, inviando però jingle bells di vaffanculo ai tanti paraculi che fingono di non vedere la macelleria sociale attorno a noi, frutto di squallide politiche pro loro, iniettanti spot, indegni spettacoli mediatici al fine di intorbidire sinapsi e cultura, creando eroi e dei di tale risma.

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