venerdì 12 ottobre 2018

Scrollarsi dal torpore amorevole


Chi non passa oltre al progredire del tempo allorché un genitore comincia a scricchiolare in salute? 
Quella luce d'affetto particolare e di specifico monopolio, il tassello inamovibile nel cuore, che nessun altro potrà colmare, a volte stordisce, appanna, distrae, perché li vorremmo eterni, signori e padroni del tempo. 
Mi accade proprio ora: fantastico su nuove cure, su lidi ove trasportare mio padre per riportarlo nel suo granitico collocamento, alla sua regale mansione di quercia in cui trovare riparo dall'assolato vivere frenetico ed avulso. 
C'era, c'è e ci sarà sempre, il cuore proclama, con tanta forza che diventa impossibile soffermarmi sulla sua età, un castello in bilico divenuto di carta, soffice ma sempre più esposto ai rivoli di vento del progredire del suo orologio biologico. 
Non avverto nessun segnale, pur avendone accanto molti, irti, seri, pericolosi. Vengono frantumati, sminuzzati dal calore, dall'abbraccio di cuore, di sguardi, di rispetto, di gratitudine. Mi svegliano da questo torpore ascensori medici discendenti a gran velocità verso una realtà pregna d'ineluttabilità, di sentenze scientifiche, conversazioni mediche, referti, lettere di dimissioni. 
Attorno a lui vedo pazienti anziani, più anziani di lui, ma non li metto in relazione alla sua persona, senza età, da sempre accanto e soccorrevole. 
Già, la vita, il suo ciclo, il divenire, l'obnubilamento, il lumicino affiorante, la sveglia, quella dannata sveglia confermante tempi precisi e, conseguentemente, i suoi anni, tanti, mai troppi però! Riesco a riverniciarmi ogniqualvolta mi sorride, mi parla, insufflandomi ricordi, lingotti d'oro custoditi saggiamente nel suo sterminato caveau. Ah potessi rivivere momenti speciali in cui intersecai me stesso alla sua sagace gestione di rotte ed approdi! Come vorrei ora in cui ansimo minuti, ritornare al tempo in cui scialacquavo giornate distaccate da lui, per affrescarle ex novo attraverso la sua presenza, con quei guizzi umorali da sempre incentrati sull'ottimismo, sull'allontanamento delle avversità mediante triturazioni di problematiche alla luce della costante ricerca del bene, distribuito a piene mani in famiglia! 
Sta, come i suoi coetanei, come d'autunno sugli alberi le foglie (cit.) Ed io sono lì sotto anelando, ansimando, che questa fiaba, troppo bella per essere vera, continui al di là d'ogni ascensore che la mia labile ragione m'impone di agguantare, per riportarmi sulla terra e alle sue leggi, a volte glaciali ed irriguardose verso sentimenti affamati d'eternità.     

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