venerdì 14 settembre 2018

Trenta giorni


Oggi è un mese, esattamente un mese da quando quel ponte maledetto crollò. Lo ricordo con una struggente lettera della signora Egle Possetti che ha perso la nel disastro la sorella, il cognato e due amati nipotini. 


Ci sono però altri aspetti, che stridono con quanto successo: gente che ride pensando alla ricostruzione, probabili efferate negligenze da parte di Autostrade per l’Italia (che in nome dei caduti sono chiamato a ricordare appartenente, a maggioranza, ai Benetton). In nome delle 43 vittime siamo chiamati tutti a non mollare la presa, assicurando tanti cialtroni alla giustizia.

LA LETTERA
Con tutta la tenerezza che posso
ERA MIA SORELLA. INGHIOTTITI DAL CROLLO DEL PONTE, EGLE POSSETTI HA PERSO CLAUDIA, IL COGNATO E DUE NIPOTI

di Egle Possetti

Claudia Possetti, mia sorella, Andrea Vittone, mio cognato, i miei due amati nipotini Bellasio Manuele e Bellasio Camilla non ci sono più, quattro vite spazzate via con il ponte di Genova.
In un attimo la vita si trasforma, siamo una famiglia semplice come tante, un papà operaio e una mamma che hanno sempre lavorato per dare dignità alla famiglia, tre figlie, le aspettative e i sogni comuni. Si è sempre fatto fronte comune alle problematiche che via via, come in ogni famiglia, la vita presentava.
L’unione e l’armonia si è poi trasmessa ai miei nipoti che anche con i normali problemi dell’adolescenza hanno sempre avuto la percezione di avere alle spalle tutti noi.
Non avendo figli e avendo avuto la fortuna di avere quattro nipoti ho sempre pensato che fosse un grande dono poterli coccolare, mi sono sempre un po’ sentita come una mamma aggiuntiva, ho cercato di stare con loro più tempo possibile e questo è per me un sollievo adesso, ho sfruttato sempre ogni momento di affetto e vicinanza possibile.
Non riusciamo ancora a renderci conto che loro non ci siano più, mi sembra di vivere in una bolla e ho la sensazione che potrebbero rientrare a casa arrabbiandosi perché stiamo frugando nelle loro cose, ma purtroppo è un sogno.
È molto triste entrare in casa loro e dover cercare parti della loro vita per stupidi compiti di burocrazia, piange il cuore vedere centinaia di fotografie dei loro momenti felici, ma questo è l’arduo compito che la vita ci ha affidato.
In pochi secondi le loro vite non ci sono più ed è questo che fa molto male, i sogni, le aspettative di Claudia e Andrea, appena sposati con un amore infinito, la voglia di conoscere la vita di Manuele, l’intraprendenza di Camilla sono stati spezzati, ed è molto difficile accettarlo.
Tante sono le parole e l’affetto di persone care che ci stanno vicino, ma nulla potrà sanare la nostra ferita. A me manca un pezzo di cuore e fisicamente sento questo distacco. Quel pezzo non tornerà più, i loro ricordi, le loro fotografie potranno riempire un pezzo di quel vuoto?
Io sono sempre stata molto combattiva, ma in questo momento ho solo nel cuore la tenerezza dello sguardo di Claudia quando mi diceva parole dolci, quando parlava dei figli e di Andrea e quando era pronta ad aiutare le persone care senza sosta. Ho nello sguardo gli occhi di Camilla, dolce e determinata quando abbiamo iniziato le lezioni di nuoto insieme e il suo abbraccio sincero quando riceveva un peluche, ho negli occhi la tenerezza di Manuele che da sedicenne cercava di fare il duro avendo un cuore d’oro, ho nello sguardo la dolcezza di Andrea quando guardava Claudia e i figli di sua moglie, orgoglioso di averli tutti accanto.
Tutte le nostre famiglie sono distrutte e purtroppo non riusciamo a dare un perché.
Al momento non ho spazio per la rabbia, ma spero che arrivi perché vorrà dire che la polvere che hanno gettato sulla mia anima si sta levando e io potrò tornare a essere un po’ la tigre che sono, per lottare per loro e per tutti coloro che dovranno passare su qualche ponte. Non vorrei mai più vedere i sogni di qualche famiglia spezzati, soprattutto perché in questo Paese non può più mancare il rigore verso questi “esseri umani” che per biechi e meschini interessi hanno declinato compiti inderogabili.

Io mi chiedo come le persone che hanno causato questo possano addormentarsi la notte, ma forse io sono troppo ottimista sulla razza umana che non merita la mia commiserazione. Attendiamo le indagini, vigiliamo sull’operato di tutti e lottiamo per loro. Claudia era una lottatrice e questo è un dono di famiglia e noi non possiamo deluderla.

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