sabato 7 luglio 2018

Rigurgiti



Entro in un bar e basito ascolto l’intervento di questo Panda, all’assemblea del Partito dei Panda, e trasecolo: come un attore di film muti, questo crepuscolare ed imbolsito funambolo della fregnaccia, urla, sbraita e s’affanna con una valenza dei suoi ragionamenti simile alla cicala in un bosco d’estate, una flatulenza gutturale senza pari, un arzigogolare attorno al nulla, una selva d’epiteti che si perdono come peti in una libecciata. Non conta più nulla, è il rottame di una delle più grandi finzioni di quest’alba di millennio che l’ha visto in tolda per troppo tempo, concedendogli per questo di poter distruggere un partito, un ideale. Finirà come il muschio del presepe nel ripostiglio primaverile, come un ricordo ingombrante dei danni che può fare un imbelle supportato da chi crede ancora che intorno ci siano solo allocchi mansueti, teneri e senza nerbo in grado di concedere a lor signori di farsi gli affaracci propri.

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