domenica 15 luglio 2018

Daniela domenicale

domenica 15/07/2018
LA STORIA
È nato NSPD, ovvero il Pd nella spirale galattica
NUOVA SEGRETERIA - UNA SPRUZZATA DI RENZISMO, ORLANDIANI E MADIA ALLA COMUNICAZIONE (DOVE SENNÒ?)

di Daniela Ranieri

In un universo parallelo, il Partito democratico le imbrocca tutte. Dopo aver clamorosamente vinto le elezioni, in seguito al rutilante succedersi di vittorie dovute al solido legame col popolo instaurato durante i governi Renzi-Gentiloni, venerdì sera il segretario Maurizio Martina ha presentato la Nuova Segreteria del Pd (NSPD). Non che ve ne fosse bisogno: quella precedente, composta da personalità del calibro di Lorenzo Guerini, Matteo Richetti e lo stesso Martina, funzionava alla grande, ma quando uno è progressista, si sa, guarda sempre avanti. Ebbene, chi c’è nella NSPD?

Molti volti nuovi, a cominciare da Cuperlo alle Alleanze e Riforme, fino a Boccia alle Imprese e a Marianna Madia alla Comunicazione (e dove sennò?). Poi una spruzzata di renzismo (Teresa Bellanova al Mezzogiorno), perché è giusto riconoscere meriti a chi ha tanto fatto per il partito. Qualche orlandiano (Andrea Martella, scartato da Renzi dalle liste alle ultime elezioni), Matteo Ricci, assolutamente non compromesso col passato (è stato solo ex vicepresidente del Pd), sindaco di Pesaro, dove Minniti, supercandidato all’uninominale di marzo, è riuscito a perdere contro un grillino disconosciuto dal Movimento. Marina Sereni alla Salute è una ventata di aria fresca: è entrata in Parlamento solo nel 2001, 17 anni fa.

C’è Tommaso Nannicini, al “Progetto Partito e Forum Nazionale”, e scusate se è poco. Bocconiano, naturalmente nato a Montevarchi (Arezzo), Nannicini è stato consigliere economico di Renzi e ideatore di quel Jobs Act che ha azzerato il precariato. Sua pure l’idea degli 80 euro, misura che ci ha portato definitivamente fuori dalla crisi. Esperto di “mente politica”, tema per studiare il quale ha ottenuto un milione di euro di finanziamento dall’Unione Europea (poi dice che l’UE non serve a niente), purtroppo in questo universo non è stato apprezzato. Il Jobs Act qui è uno sgorbio classista, e gli 80 euro una mancetta raccatta-voti (i consumi non hanno dato segni di vita dopo la somministrazione del Viagra renzista).

Marianna Madia alla Comunicazione sarebbe stata una battuta strepitosa sulla squadra “team della Casa Bianca” che aveva in mente Renzi. Purtroppo è tutto vero, come la serie di gaffe messe insieme dalla incredibilmente ministra Madia, dalla modalità di “comunicare” con la stampa (“Sapete perché non vi rispondo? Perché non fate giornalismo di rinnovamento”) alle imprese per cui verrà (non) ricordata: lo scambio del ministero del Lavoro con quello allo Sviluppo economico, siti su lati opposti della strada; la tesi di dottorato largamente copiata da altri; la promessa di “portare in dote la sua inesperienza”. Poi che altro? Ah, sì: una riforma della Pubblica Amministrazione che porta il suo nome bocciata perché incostituzionale.

C’è anche Lia Quartapelle (Esteri e Cooperazione), folgorazione quota-rosa-Erasmus di Renzi che per un attimo la minacciò addirittura quale ministro degli Esteri (poi si ribellarono tutti i diplomatici su suolo patrio e straniero). Stava per essere fatta fuori dalle liste elettorali, ma fece il diavolo a quattro (“Sono stata la settima parlamentare per produttività, la seconda nel Pd, sono renziana, radicata nel territorio, ho sostenuto il referendum, mi sono spesa per Sala…”, diceva ai giornali: evidentemente per lei erano titoli di merito). Nuove le entrate di Chiara Gribaudo, “la nuova Maria Elena Boschi” secondo alcuni (e abbiamo detto tutto) e di tale Mila Spicola, messa a fare “contrasto alla povertà educativa” (chissà di chi: forse non è bastata la Buona Scuola).

A leggere i commenti al post con cui Martina annuncia la luccicante NSPD, si prova pena, horror vacui e la certezza che il governo Lega-M5S durerà per sempre. Ma si farebbe un errore a pensare che il Pd soffra di una coazione a ripetere, nella pedissequa riproposizione del passato sul modello del governo Gentiloni-Pecora Dolly. In questo universo lineare, banale, scontato, il Pd si muove lungo una spirale galattica, tipo calendario Maya, per introdurre nel secco scorrere del tempo una figura meditativa, simile ai mandala orientali. Chissà che prima o poi, dagli e dagli, questi poveri politici mancati imparino la saggezza.

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