domenica 10 giugno 2018

Ignoranza


Come un rombo di tuono si è parata innanzi un’eventualità fino a quel momento da me ritenuta impossibile: una delle meraviglie Apple stava funzionando male, nello specifico l’iwatch che non si illuminava più alla torsione del polso! Per me melomane senza ritegno, amante di ogni gingillo scaturente dal paradiso tecnologico di Cupertino, devoto discepolo del Verbo del Bello dipanatosi dai mitici neuroni di Jobs, è stato uno choc paragonabile a scoprire che Angelino Alfano avesse in qualche occasione cogitato o che la Madia abbia proposto una riforma successivamente non sfanculata dai controllori di stato. 
Il dubbio lacerante incistato ha fatto comparire Steve in coscienza il quale, riprendendo le parole ossessive del dott. Christian Szell di maratoniana memoria, ha iniziato a domandarmi “È sicuro?” a cadenza ios ultimo aggiornamento. 
Ed io, infedele senza appello, ho continuato con scelleratezza sulla mia strada, contattando il centro guasti Apple, da me sempre immaginato come luogo pacioso per una riedizione della pubblicità del whisky Jack Daniel’s dove per aspettare l’invecchiamento i lavoratori lanciano i tappi di sughero, vista la perfezione dei prodotti della mela morsicata. 
Dopo aver compreso il problema, la signorina mi ha subito domandato se fosse attiva nell’orologio la modalità teatro, raffigurata da due maschere carnevalesche. “Si, è accesa” ho risposto deglutendo. E alla spiegazione che quella modalità blocca l’accensione dell’ Iwatch per non disturbare appunto gli astanti nel buio, ho cosparso la stanza di ceci ed inginocchiatomi, ho chiesto venia a Steve e a tutta la sublime società cupertiniana, udendo distintamente la canzone “Flintstones, meet the Flintstones,
They're a modern stoneage family.” del cartone “gli Antenati”, evidenziante il mio paleozoico apprendimento tecnologico e soprattutto il dubbio malvagio insorto sulla perfezione, la meraviglia e il fascino dei gioielli abbacinanti di futuro, propri della Mela morsicata. Sob!

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