martedì 15 maggio 2018

Scempiaggini



Certo che da quando si sono sciolti come neve al sole, sono posseduti da un rigurgito di sinistra che, se li avesse pervasi ai tempi del governo, li avrebbe illuminati a tal punto da non commettere le scelleratezze oramai entrate nei libri di storia. 

L'autoreggente (cit.) Martina, cercando di scekerare coscienze ed animi evidenziando nella probabile formazione del governo penta-leghista una delle compagini più a destra della storia recente, tenta l'impossibile, ovvero far dimenticare gli abbracci fatali col Delinquente scaturiti dal mefitico patto del Nazareno, che hanno prodotto leggi vergognose a tal punto da rasentare l'inverecondia: l'abolizione dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, il jobs act, che tradotto in italiano significa tratta degli schiavi, le decine di miliardi profusi agli imprenditori, a Confindustria, l'enorme denaro pubblico, che pagheremo noi, elargito al sistema bancario e tolto alla realizzazione delle promesse del loro caro amato leader, il  Bomba, sbeffeggiante il decoro democratico nel visitare al tempo scuole tremolanti, con impianti elettrici preistorici, promettendo rifacimenti, manutenzioni, ripristini immediati, come le fandonie evaporanti al sole di cui è portatore insano, o le smargiassate in terra violentata dal terremoto, con assicurazione di una ricostruzione lampo, in realtà ancora tutta da realizzare tenuto conto che vi sono circa il 30% di macerie ancora da rimuovere. 

Che dire di Del Rio e il suo desiderio di ricollegarsi al popolo, al loro popolo tanto bistrattato, reietto e trascurato negli anni di governo pd, come mai nei decenni precedenti, a cominciare dai giovani, lasciati ad aspettare un lavoro divenuto chimera per la soddisfazione degli ultra sessantenni ancora avidi di potere e denari; della scomparsa dello stato da sempre più vaste aree della penisola, della disparità sempre crescente tra i vari strati sociali del paese, dall'inettitudine di molti ministri, a cominciare dalla non laureata, né forse diplomata Valeria Fedeli, collocata incredibilmente al ministero della Pubblica Istruzione, per poi passare dalla Madia Control C, arrivando alla Lorenzin con la maturità classica, diventata miracolosamente ministro della Sanità! Altro discorso per il compare del Pifferaio, l'ex cameriere del Deliquente, trasformato in ministro degli esteri, senza arte né parte. 

Ettore Rosato, ovvero la competenza incompetente per confezionare una legge elettorale tresca per affossare un Movimento ricercante legalità ed onesta, privilegiando le nozze amorose tra un ex pagatore di mafia ed un egoriferito pronto a qualsiasi cosa pur di restare sulla tolda di comando. Ettore Rosato incarna la figura del croupier-baro, dell'ambientalista-disboscatore, del vegano-degustante chianina. Insomma, un ossimoro, un callo democratico. 

Ed infine lui, il pupazzetto Orfini, con la sua sagacia artefatta, i suoi sorrisi più lancinanti di un attacco di calcoli renali. Invece di presentare di giusti saluti di chiusura per un anonimato oramai da molti anni invocato dalle genti, il piccolo Orfini scalpita ed aizza la sua gente, ovvero gli aficionados del quartiere Parioli a Roma dove il pd è il primo partito, controllare in caso di dubbi, per una ripartenza insieme, alla ricerca della soluzione finale, la scomparsa d'ogni sentimento, desiderio, sogno circa l'abbattimento delle disparità sociali, mai come ora così accentuate, innalzate spudoratamente. 
Il piccolo Orfini medita e sogna un mondo perfetto, magari pure con campi di cotone ove portare gli sfortunati non appartenenti alla casta di riferimento di tutti questi signorotti, sedotti ed istruiti da uno che, probabilmente, in qualsiasi altra parte del globo farebbe un altro mestiere: l'intrattenitore alle feste aziendali. E sarebbe pure bravo, il più bravo.

Nessun commento:

Posta un commento