giovedì 25 gennaio 2018

El Diablo Davos




Se socchiudo gli occhi, me li immagino: riuniti, accoccolati alle loro sterminate carte di credito, solari attorno agli abiti firmati, impreziositi da noci diamanti, pregni di potere, di fama, di voglia inestinguibile di soverchiare inferiori, possedenti conti correnti fuori da ogni immaginazione, lontani dalla realtà come Orfini dal decisionismo, o il Delinquente Naturale (cit. "Sentenza Corte di Cassazione nr 35279/13 del 01/08/2013) dalla Verità.
Sono i partecipanti all'"Inchiappettamento Globale" conosciuto anche come World Economic Forum, in svolgimento a Davos, paesino alpino della madre di tutti gli inchiappettamenti, la Svizzera. L'entusiasmo rasenterà la Ola brasiliana! Come ha comunicato raggiante Christine Lagarde, presidente del Fondo Monetario Internazionale, la crisi è alle spalle! Si! Alle spalle! Un incremento di ricchezza mondiale addirittura del 2,2%!
Poco importa se l'82% di questa nuova opulenza se l'è pappata solo l'1% degli umani! Non ha nemmeno alcun valore pensare che quattro giorni di stipendio di un top manager equivalgano al guadagno di una vita di un operaio comune! Ma checcefrega! Stanno bene qui a Davos, sono fieri del loro operato e le piccole, impercettibili ombre, che so: precariato, disoccupazione, fame, carestie; tutte quisquilie, fregnacce! 
L'importante che la crisi sia passata, che i ricconi di Davos, i saggi governanti, gli illuminati economisti siano contenti! D'altronde i macchinisti di questa splendida economia mondiale, di questa visione meravigliosa globalizzante ogni sogno, sono loro. A loro sono stati consegnati i timoni, per la giusta rotta. 
Siamo in un'era meravigliosa, guardando da Davos: arabi pronti a pagare cauzioni da un miliardo di dollari per riacquistare la libertà, come è accaduto recentemente in Arabia Saudita. E il Quatar che si sta preparando ai Mondiali di calcio del 2022, costruendo stadi ipertecnologici usufruendo della manovalanza di migliaia di pakistani, di filippini, pagati qualche spicciolo e morenti in grande quantità nell'indifferenza generale? E i paradisi fiscali che succhiano risorse, evitano balzelli che ricadono sulla bassa-media classe lavoratrice? E la moda, si la moda che fa confezionare scarpe, vestiti, borse, cinture a giovanissimi pagandoli due o tre ninnoli per poi rivenderli a prezzi tanto alti quanto merdosi? 
Vogliamo dimenticarci del Pil, della famelica corsa all'acquisto, al possedere due, tre televisioni, auto e quant'altro? E come non ricordare le periferie delle metropoli, quei poveracci tagliati fuori da tutto, emarginati come le becere caste indiane? E il diritto allo studio ad esclusivo uso dei figli dei riccastri? E le multinazionali farmaceutiche, le loro nobili gesta lontane anni luce dal lucro? 
Sono fermamente convito che l'euforia che emana il Forum economico di Davos debba essere condiviso da tutti noi, senza esclusioni di sorta. 
Siamo l'umanità 2.0, che cammina, prospera, cresce sullo stesso pianeta. Più o meno, è così!
Grazie Davos!   

Nessun commento:

Posta un commento