L'Amaca di Michele Serra (01/12/2017)
Tanto perché non si dica che si è antiberlusconiani per pigrizia, o perché Silvietto (loro) sta in mezzo ai corbelli (nostri) ormai da secoli, forse vale ricordare che i saluti romani, ai suoi comizi dei tempi d'oro, li si è visti eccome. Che ricevette Ciarrapico e numerosi altri feticisti del duce, sempre offrendo e ottenendo alleanze elettorali. Che ha sdoganato Fini ben prima che Fini diventasse post-fascista (e lo ha fatto fuori quando già era post-fascista). Che fu il primo capo di governo non antifascista della Repubblica antifascista, e questo forse qualcosa ha cambiato, qualcosa ha spostato per sempre, negli assetti del cosiddetto centrodestra italiano.
Oggi ci si meraviglia che le spedizioni "rieducative" dei gorilla neri sortiti dalle curve di stadio (incubatrici ventennali, indisturbate, di ogni porcata razzista) non sollevino, a destra, abbastanza repulsione. Ma come potrebbero, abbiate pazienza? La destra italiana, da quando è in salsa berlusconiana, di antifascista non ha neanche una goccia. Nemmeno l'ipocrita decenza democristiana, che il suo punto di nero lo stemperava nella besciamella del moderatismo. Giusto Giuliano Ferrara - una stretta di mano - ieri nel suo giornale sputava sul razzismo fascista. Ma il merito, ci scusi Giuliano, è tutto della sua educazione comunista: che fu un'educazione repubblicana.
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