mercoledì 8 novembre 2017

Nella nebbia



Leggo, leggermente basito, l'articolo sul Secolo di oggi circa l'assemblea tenutasi alla Spezia con i consiglieri regionali del PD Raffaella Paita, Juri Michelucci e Pippo Rossetti, nella quale si è parlato dell'erigendo nuovo ospedale cittadino.
Cito: "Ancor più grave è che il Dipartimento Emergenza - Urgenza (DEA) di II livello, che la giunta regionale di centrosinistra aveva previsto al Felettino, venga ora cancellata dalla giunta Toti-Viale da una DEA di I livello. Questo significa che i malati che più necessiteranno di cure, dovranno emigrare. Proprio per questo, riteniamo opportuno e necessario che alla Spezia venga prevista la neurochirurgia e che vengano valutati i numeri per la cardiochirurgia."

Non è bastata quindi la lezione dell'ospedale di Sarzana, trasformato dopo un ventennio circa per la costruzione ad un deserto pregno di scale alla "cazzoecampana"
In un altro articolo una lettera di una donna denuncia lo stato vergognoso in cui alcuni reparti versano: persone anziane abbandonate nello sporco, con letti da cambiare tra urina ed altro. Un anziano, lasciato a morire da solo e urlante nella notte, il ricorso ai sedativi per addormentare questi martiri di questa modernità tendente all'obbrobrio. A Sarzana si è fatto un ospedale spudoratamente grande rispetto all'effettiva utenza. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. 
E "i servei" rosso tendente al bianco, con striature di nero, han ben pensato di progettarne un altro, non adatto al bacino di abitanti. 
Perché la legge parla chiaro e la colpa non è del governatore Toti: i presidi di I livello, che non contemplano ad esempio cardiochirurgia e neurochirurgia, sono pensati per un bacino d'utenza tra i 150 e i 300 mila abitanti, quelli per il II livello tra i 600 e 1milione e 200 mila (regolamento Balduzzi)

Di chi è quindi la colpa, visto che come provincia siamo attorno ai 200mila abitanti? 
Perché cavalcare insensate crociate e non fare una mea culpa per una quarantennale e scellerata conduzione politica della sanità spezzina? 
Siamo dunque al solito: costruiamo per creare affarismi, fregandosene di norme e regolamenti. L'importante è cementificare, sbandierando ai quattro venti, oramai labili brezze, importanti traguardi sanitari, autentiche micce elettorali. 
E quando, per fortuna, il popolo decreta la fine del regno, come alla Spezia, il trasformismo d'opposizione, ignorando realtà numeriche, grida denunciando errori, per appiopparne la sostanza ai nuovi arrivati. Che a me personalmente non stanno simpatici, tutt'altro. Ma che non c'entrano assolutamente in questa nuova farsa sanitaria, simile a chi progetta di acquistare una Ferrari, vivendo in un piccolo borgo montano pregno di viottoli e sentieri. 
  

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