mercoledì 25 ottobre 2017

M'affranco


D'altronde il vocabolario parla chiaro: "liberarsi da uno stato di soggezione."
E' tempo di affrancarsi, di sciogliere catene e ceppi. E' questo il momento focale di un'epoca segnata, sconquassata da idee liberticide, da modi di pensare elitari per una casta affamata e tendente all'eterno.
Oggi voteranno al Senato della Repubblica Italiana una legge elettorale antidemocratica, anticostituzionale, trasformante l'elettore, il popolo sovrano, in una ciurma di imbecilli, me compreso naturalmente, ai comandi di generali senza dignità, di inquisiti padri di questa era, di pregiudicati, di idioti ridanciani.
Mentre accade il democraticamente impensabile ecco in questi giorni arrivare, leggibile su pochi quotidiani, la notizia che la Suprema Corte ha confermato, giudicandolo corretto, il parere contrario alla scarcerazione emesso il 14 febbraio 2017 dal tribunale di Sorveglianza di Bologna, nei confronti di Marcello Dell'Utri, che sta scontando sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. 
Il cofondatore di Forza Italia deve rimanere in carcere per la gravità del reato. 
E quel partito è prossimo alle nozze con il PD, per una coalizione indegna che a mio parere richiederebbe l'intervento dei caschi blu dell'ONU.
E questa legge elettorale ideata, pare, da Denis Verdini un signore che deve ancora affrontare processi per una variegata tipologia di reati, è l'aperitivo alle solenni e future nozze, scempio per gli animi di buona volontà.
Nessuno salta, né fa girotondi, vero Moretti, vero Benigni, vero intellighenzia rossa dei mie testicoli?
La speranza che il Silente non firmi questo obbrobrio liberticida è estremamente irreale. 
Affrancarsi da tutto questo parrebbe essere chimera. 
Se però ognuno, nel suo piccolo, facesse qualcosa d'impercettibile, di inusitato, di polemico, il fronte, il fracasso salirebbe alle orecchie di quella casta senza futuro, senza storia, destinata all'oblio. 
Affranchiamoci, liberiamoci dalla soggezione insita dentro di noi da tante sirene, soprattuto mediatiche, che ci vogliono costantemente proni e silenti. 
E' arrivato il momento di farsi sentire, per bloccare le spire destabilizzanti di balordi dediti esclusivamente alla riconferma di se stessi dentro a quello che, costituzionalmente, dovrebbe essere il luogo sovrano di una democrazia, il Parlamento, relegato invece a un'adunata di vassalli pronti ad obbedire ad un ragazzetto infarcito del suo abnorme ego, e da un suo zio alla lontana,  pregiudicato e dal passato oscuro, molto oscuro. 

Nessun commento:

Posta un commento