venerdì 29 settembre 2017

Volano bassi!


Ryanair ha tentato di mettere uno dei suoi cartelli blu tipici negli aeroporti, nelle vicende legate alla cancellazione dei voli.
Ma non c'è riuscita. 
Perché la frottola, almeno in parte, del dover far fare le ferie al proprio personale di volo, non ha retto. C'è molto di più in questa vicenda figlia della globalizzazione: personale mal pagato anzi, schiavizzato, vedi ad esempio gli assistenti di volo che vengono pagati solo per l'effettiva durata del tragitto a 16-17 euro l'ora e che quando sono in aerostazione nulla recepiscono. Ferie e malattie? Una chimera. Devono stare a disposizione per nuovi viaggi anche sino a 9 ore. 
E i piloti? Pare se ne siano andati in settecento, verso altre compagnie più umane.
A parte l'incazzatura di chi ha prenotato con largo anticipo il volo, anche se quanto detto sopra è anche conseguenza di poter viaggiare in Europa spendendo pochi euro, sarebbe cosa buona e giusta se a questi novelli schiavi se ne aggiungessero anche altri, vedi coloro che consegnano i pasti in bicicletta rischiando la vita e prendendo spiccioli, chi ti accoglie nei megacentri tecnologici, chi lavora nei call center e tutti i giovani impegnati in convegni, mega cene e quant'altro adorni la vita dei vip! 
Nessuno s'erge più a dire che la schiavitù e tornata più forte che mai nelle startup, nei vascelli del nuovo ed imperante capitalismo sfociante in sottomissioni anche culturali abnormi, in orari e turnazioni imposte da autentici negrieri. 
La modernità sfancula i sogni delle nuove generazioni più che la catena di montaggio di una volta. 
Quegli ambienti lindi, splendenti, adornati da splendidi sorrisi nascondono biechi ricatti e spettri di licenziamento senza più controllo e limiti.
Bene hanno fatto i piloti schiavizzati di Rayanair a mandare a quel paese dirigenti e padroni, per ottenere da altri la giusta mercede. 
Alla faccia di quel sorridente amministratore Michael O'Leary che in queste ore si sarà accorto, suo malgrado, che a volte gli inferiori riescono ancora a cogitare per riappropriarsi della propria dignità, un bene inestimabile non certamente appartenente a molti degli aurei ed ipertecnologici imprenditori d'oggi.

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