venerdì 11 agosto 2017

Sotto l'ombrellone


Intruppati al solito, circondati dalle notizie di caldo afoso, di temporali abnormi, di fiumi in secca, di frutta da mangiare per non morire d'insolazione, ci prepariamo ad affrontare la settimana top estiva ferragostiana con lo zainetto appeso al cuore, ove abbiamo riposto le nostre ansie, i progetti, le aspettative mentre, come in ogni era, il tic tac biologico compiendo un altro giro annuncia, quasi spavaldo, che un estate in meno avremmo da gustare sul totale, preordinato, da messer Fato. 
Che abbiamo dentro lo zaino? 
Inutilità elevate a dogmi, paure trasformate in certezze, sensi di colpa, vere piaghe da curare e, soprattutto, rassegnazione. A 'sto giro è andata così, parrebbe ascoltare nelle viscere profonde il nostro io. 
Rassegnazione per il moto perpetuo, non eterno, abitudinario in cui, assuefacendoci, siamo costernati dall'aver perso la cloche per cui ci rendiamo conto di non aver alcun comando di direzione della nostra esistenza la quale, come una macchina slittante sul ghiaccio, sembrerebbe essere divenuta ingovernabile e, mestamente, sbattente sui molteplici respingenti eretti da chi (o cosa) tendenzialmente ansima e spera di vederci immutabilmente così, sostanzialmente allergici ai cambiamenti e, soprattutto, alle novità.

Assuefatti alle invereconde tragedie del buongusto politico, recitate senza dignità da chi smania per eternamente occupare posti di potere. Hanno vinto per KO sulle nostre coscienze. Non ci hanno fatto votare per molto tempo e ora che lo devono fare, pongono regole liberticide, antidemocratiche scegliendo loro, per noi, i futuri rappresentanti per lo più già cariati, sviliti, inglobati in questa infausta corsa verso il lucro di casta. 

Assuefatti alla volgarità dilagante che permette ad un presunto evasore che ha portato i suoi beni all'estero, di insegnarci il significato di vacanze, ossia il culto del lusso senza un perché, infoiando menti a sostituire un buon libro con qualche tirata di nari tra una danza squallida a ritmo di martello pneumatico, osannante eroi medioevali, autentiche scoregge dell'Intelletto, profeti dell'annientamento culturale della razza. 

Assuefatti alla mercificazione del bello confuso, ad hoc, con un rimbambimento generale di sinapsi per uno stordimento degenerante in un'accettazione di valori, di soprusi, di violenze culturali portanti intere generazioni a ridere delle loro miserie, trasformando in badanti giovani senza ormai più speranza, per una società dedita alla ricerca dell'imbecillità, autentica autostrada per la casta padrona dell'impero deviante tutti noi verso il traguardo agognato, il Nulla. 

Assuefatti all'inattività di mente e cuore, delegati ad altri divenuti simboli dell'efficienza moderna, in verità il male più temibile di ogni epoca, l'Immoto culturale.

Assuefatti ad andar dietro a chicchessia, perché chiunque ne sa più di noi, in ogni campo, persino quello scientifico. E se un balordo grida che i vaccini fanno male, smerdiamo medici e ricercatori, perché colui che neppure è laureato ne sa più di loro, parlando dal Web. E chi parla dal Web, si sa, è profeta. 

Assuefatti al Bastardismo, una corazzata di tale potenza mediatica riuscente a penetrare ogni individuo per inoculargli certezze, in realtà baggianate, come la consapevolezza che per avere la pace si debba combattere, oppure il fatto che le banche possano, anzi, debbano defraudare i propri clienti perché è nella loro natura, nel loro dna, comprare titoli spazzatura per dilapidare fortune nelle tasche di pochi, lasciando moltissimi in braghe di tela, come l'ottantina di miliardi volatilizzati nell'ultimo decennio testimonia. 

Assuefatti al rigido dogma Pil per cui siamo chiamati a moltiplicare l'acquisto di ogni bellezza donataci dal Capitale, pronti a soffrire pur di non mancare l'ennesimo acquisto di qualsivoglia beltà, innovazione tecnologica, pur sapendo che molti congegni diabolici in circolazione hanno vita breve e prefissata, affinché il bidone della spazzatura possa accoglierla velocemente, facendoci librare la carta di credito per un nuovo e salutare acquisto.

Assuefatti al granitico convincimento che le cure mediche debbano costare, che gli uomini e le donne di questo pianeta possano curarsi bene solo se in possesso di un egregio conto in banca, fedeli eternamente all'immarcescibile convincimento che le multinazionali farmaceutiche siano in mano a pochi eletti i quali, per dissetare la spasmodica arsura lucrosa appagante la smodata ricerca della divinizzazione del proprio ego, imporranno costi medici a prezzi stratosferici per molti. 

Questo zainetto lo portiamo con noi nell'assolata settimana di vacanze. Proni e silenti non vediamo l'ora di riaprirlo allorché rincontreremo madama Abitudine che ci vuole tanto bene e, accudendoci, ha già preparato per noi il prossimo giro di ruota. 
Il solito.    

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