sabato 19 agosto 2017

Qualcosa non torna



No, qualcosa non torna. Da sempre non torna. 
Questi poveri idioti che hanno scatenato una strage sono troppo giovani per far quadrare il cerchio.
Dobbiamo necessariamente riaccendere la ragione per darci una spiegazione. Partendo da una certezza: la guerra provoca come sempre spaventosi arricchimenti. Lo sfruttamento di terre, la ricerca di conflitti per lucro, la categorizzazione di buoni e cattivi. 
E, soprattutto la mancanza di cultura, di sviluppo, di umanità. 
Se giovani come questi buttano la loro vita come spazzatura per un fine religioso apparentemente tanto cretino, la ragione c'impone di domandarci il perché tutto ciò accada e continui ad accadere. 
Se conflitti, usurpazioni, assassini di bambini, di inermi provocano odio, occorre chiedersi quale sia la finalità occulta. 
Stati Uniti, Russia, Europa provocano da decenni imbarbarimenti e massacri in nome di ideali fittizi e, diabolicamente, girano la frittata inculcandoci l'odio verso quelli che oramai sempre più persone identificano come diversi, alieni. 
Siamo responsabili tutti di questi efferati delitti, perché ci facciamo imbambolare dalle notizie distillate ad hoc da briganti attentatori di verità.
Qualcuno ricorda ancora la Siria? Di come il mondo cosiddetto occidentale continui a foraggiare quel bastardo al potere responsabile di crimini verso l'umanità?
E l'Afganistan? E l'Iraq? Ricordate le prove false fornite all'Onu da quell'ubriacone di Bush? 
E la corsa ad uccidere Gheddafi scatenata da quel fascistone di Sarkozy? 
La ragione impone di ribaltare la situazione: se venissero stranieri a depredarci, a combatterci, radendo al suolo ogni cosa, lasciandoci in balia di mercenari, senza futuro, senza speranza e, per assurdo, qualcuno ci promettesse una nuova vita con tante donne, una festa eterna, come reagiremmo, come ci muoveremmo, cosa penseremmo in merito? 
La speranza di una vita dignitosa è ad appannaggio di un terzo della popolazione mondiale. Gli altri due terzi non hanno nessuna convenienza nel continuare a respirare. Gli abbiamo tarpato le ali, gli abbiamo sottomessi, posti nello scantinato. Poi ci gloriamo dei nostri eroi, vedasi il premio Nobel per la Pace Obama, che ha permesso che venissero sganciate 26.172 bombe (fonte il Fatto Quotidiano) su ben sette paese sovrani (Siria, Iraq, Afghanistan, Libia, Yemen, Somalia e Pakistan) ovvero tre bombe ogni ora che hanno ucciso migliaia di innocenti, come quelli che erano a passeggio sulla Rambla. 
Siamo in mano di burattini al servizio di multinazionali belliche smaniose di appioppare nuovi e sofisticati prodotti spezzanti vite inermi. 
Siamo in balia di spregevoli energumeni il cui principale obiettivo è quello di non acculturare popoli, rendendo la loro vita fragile e in balia di fedi modificate in opifici di odio, di violenze inaudite. 
Non abbiamo un organismo serio e potente che possa frenare queste barbarie. L'Onu è il massimo circo clownesco del mondo, un carrozzone pregno di supercazzole con un valore intrinseco pari a un peto fatto durante un tornado. 
Qualcosa non torna in questo momento di dolore e di memoria verso le vittime di Barcellona, come nei giorni delle stragi francesi, belghe, tedesche. 
Non difendo nessuno, non cerco di sminuire l'efferatezza di questi gesti ignobili, ci mancherebbe. 
Però pretendo ed esigo, in nome della Ragione, di poter chiedermi il perché, da dove esso nasca, come ci abbia portati in queste situazioni inumane e, soprattuto, dove risiedano i veri mandanti, gli approfittatori, gli assetati di potere e denari, di questa era dequalificante ciascuno di noi.    

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