martedì 22 agosto 2017

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martedì 22/08/2017
Forzisti da sbarco

di Marco Travaglio

E niente, è più forte di me: da quando ho letto sul Corriere che “tanti parlamentari, immaginando Berlusconi in Sardegna, hanno affittato ville o barche in zona sperando in un invito a La Certosa”, non faccio che pensare a loro. E naturalmente a Lui che, cattivissimo come solo i nani sanno essere, detesta tutte le sue creature e, pur di non vedere mai più quell’orda di parassiti forforosi, sudaticci e alitosi, se ne sta asserragliato ad Arcore (dove nessuno lo fotografa e può evitare di montarsi ogni mattina quella calotta catramata che lui chiama capelli), con qualche puntatina a Merano per darsi una sgonfiata (dove ogni tanto si scorda il toupet sul comodino, accanto alla dentiera, e qualcuno lo selfa senza). Sono giorni che cerchiamo di dare nomi e volti a questa drammatica, abissale involuzione dell’homo sapiens; a questo estremo anello della catena darwiniana in retromarcia; a quest’infimo stadio di degradazione della specie umana; a quest’ultimo grado di abiezione della servitù volontaria che, al confronto, fa di Fantozzi un hombre vertical: il parlamentare-postulante da diporto, da riporto e da asporto, ma soprattutto da sbarco, che si rovina le vacanze e il conto in banca pur di incrociare le acque abitualmente solcate dal Padrone, nella speranza di un avvistamento, un abbordaggio, un invito a cena, anche soltanto un saluto con la manina, una barzellettina a distanza da ponte a ponte, un impieguccio servile che agevoli l’agognata ricandidatura. Quando si dice l’“emergenza sbarchi” dei “migranti economici”. Scene di sudditanza che avrebbero indotto persino Sordi e Villaggio alla resa.
In Una vita difficile, il segretario tuttofare Silvio Magnozzi (Alberto Sordi) asseconda in tutto e per tutto il suo capo, il commendator Bracci (Claudio Gora); ma alla fine, quando quello lo umilia davanti a tutti spruzzandogli in faccia un intero sifone di seltz, si ribella e lo getta in piscina con un ceffone. Più confacente al tragico destino dei nostri parlamentari acquatici è Fantozzi contro tutti, dove il ragionier Ugo e Filini (“i miei cari poveracci, disgraziati, inferiori”) vengono democraticamente invitati dal Mega-Direttore Magistrale Marchese Duca-Conte Piermatteo Barambani Megalom a una crociera sul suo yacht nel ruolo di mozzi di bordo, fasciati in livree marinare con su scritto “Il Bracciante”. Ecco, lì i nostri aspiranti ricandidati – ove mai s’imbattessero nello yacht del Cainano, o anche solo di uno dei suoi numerosi famigliari - sarebbero perfetti. “Onorevole Bacherozzi, cazzi quella gomena!”. “Tiro al piattello! Senatore Pupazzi, mi dii lo score!”.
Il guaio è che, al momento, Villa La Certosa è desolatamente deserta. I forzisti granturismo ne perlustrano le acque giorno e notte, anche con l’ausilio di apposite lampare noleggiate dai pescatori del luogo: vedi mai che il Mega-Leader sia giunto nella magione estiva di soppiatto, per sfuggire ai loro arrembaggi. I natanti sono muniti di speciali rostri modello galeone da pirati dei Caraibi, per agevolare – in caso di avvistamento – l’aggancio al Mega-Panfilo. Ma ogni sforzo è stato vano. “Ancora niente, onorevole?”. “Macché, senatrice, anche oggi non si batte chiodo”. “Maledetto, ma che ci troverà nella Brianza? Con quel che mi costa questa vacanza, mi sono già giocato tre vitalizi in un mese!”. I più sleali, per portarsi avanti col lavoro e con la prua, si svegliano all’alba e beccheggiano sotto la scogliera della Mega-Reggia, in corrispondenza del leggendario tunnel scavato nella roccia, ovviamente abusivo ma coperto da segreto di Stato, che ospitò negli anni d’oro l’amico Putin con flotta di cacciatorpedinieri russi incorporata. Poi, armati di potenti teleobiettivi, guardano in su nella speranza di notare qualche movimento fra i cespugli e i mirti. Ma al momento, a parte il piccolo Luigi B. che limona con un amico, nulla di interessante. I più spregiudicati, giunti in prossimità della Versailles cainana, fingono incidenti al largo appiccando incendi dolosi ai loro yacht o bucandone gli scafi col cavatappi, per stanarlo con l’arma della compassione. Ma invano.

I più sfigati si lanciano in mare aperto su canotti, gommoni, pedalò, mosconi, canoe e zattere di fortuna, per far leva sul suo proverbiale buon cuore. Ma alcuni sono stati respinti sugli scogli dalla security, altri li hanno salvati contro la loro volontà le navi di alcune Ong fuori rotta dal canale di Sicilia e consegnati alla Guardia Costiera libica (ora sono rinchiusi nei campi profughi tripolitani, dove tentano di convincere i rudi militari del loro status di parlamentari della Repubblica Italiana, con esiti deludenti: “Impossibile, nemmeno i nostri deputati sono ridotti così…”). I più facoltosi e pacchiani affittano dai due ai tre villoni pro capite a Porto Rotondo e li riempiono di squinzie rigorosamente minorenni per fare da esca, aspettando che si sparga la voce e Lui abbocchi. Qualcuno addirittura noleggia Canadair sottratti all’emergenza incendi per lanciare su tutta la Costa Smeralda ammiccanti volantini con un unico, inconfessabile destinatario: “Grande festa danzante a due passi da Villa La Certosa: è gradito l’abito succinto, astenersi anziane ultradiciottenni”. Ma niente da fare. Ora, siccome la riapertura delle Camere si avvicina, i più lesti hanno già invertito la rotta per imbarcarsi chi nel Lambro, chi nell’Olona, chi nei Navigli e veleggiare in direzione Arcore. Infatti B., per non vedere i suoi cari inferiori neppure in lontananza, ha subito fatto le valigie e raggiunto in elicottero una località sconosciuta, travestito da vecchietto (cioè al naturale). Fonti non confermate giurano di avergli sentito sussurrare alla partenza queste poche, amare parole: “Forza Italia è una cagata pazzesca”.

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