Mentre poco distante iniziava lo spettacolo atteso dalle genti, che porterà alcuni verso mezzanotte a domandarsi a voce alta "ma non canta? Muove solo i piatti e mixa?", palesando la stessa sensazione di vedere l'idraulico arrivarti a casa per il guasto e sdraiarsi sul divano gustandosi su Discovery un programma sull'uso corretto della chiave a pappagallo, mentre accanto accade tutto ciò, con l'intermittente rimbombo a stantuffo emarginante tale sconquasso alla coclea nel recinto del rumore, entrando in passeggiata Morin avvisto il classico gioco dei barattoli da abbattere con pistole e fucili ad aria compressa per vincere l'ambito ninnolo, vedi Peppone e l'avvenente giostraia. Accedo ai premi, e tra le possibilità c'è anche lui, sferico e colorato, ansioso di rimbalzare per la gioia di molti. Lo scelgo e mi emoziono per i ricordi che emana, per le epiche sfide senza fine, per la passione da sempre scatenata, le corse, l'abilità crescente, la tenacia, l'ardire. Il magico sinistro da troppo tempo in letargo fibrillava quasi come se le frattaglie sonore in arrivo da piazza Autan, producessero effetti benefici mentre, era evidente, solo la vista dello sferico giocattolo provocava tale sisma muscolare. E con l'amico Marco, dopo trent'anni sono tornato nella Piazza Europa, proscenio di anni calcistici da sempre ricordati con tenerezza, per fare due passaggi oramai, purtroppo, inusuale spettacolo in quel luogo. E nel breve tempo di qualche tocco ecco fermarsi un giovanissimo attratto dalla sfera, e poi un altro. Serata strana rievocante tempi oramai biblici, certamente atipica, frizzante. Stasera si replica. Chi volesse raggiungerci è sempre bene accetto!
Nessun commento:
Posta un commento