Perché non si può continuare in eterno a usare ideali di facciata, agendo poi nel senso opposto, cedendo consequenzialmente identità e valori in cambio della chimera dell'inamovibilità, del potere fine a se stesso.
Perché il messaggio era chiaro, anche il Clown lo doveva capire: il mescolamento di ideali alla Napolitano avrebbe scollato lo zoccolo duro di un partito oramai a distanza siderale da quello fondante la democrazia in Italia. E quando a Roma durante le amministrative il partito vinse nei seggi dei Parioli, qualcuno con qualche grano di sale in zucca, ammesso che ve ne siano ancora stati, avrebbe dovuto esternare, quasi gridare "ma dove cazzo stiamo andando?"
Perché l'alternanza è necessaria in ogni dove si voglia anteporre il bene comune alle necessità di clan, di caste e di gruppuscoli di ectoplasmi.
Perché non si devono sfanculare le reali necessità delle persone, inventandosi canovacci di panzane e credendo che alla fine l'ignoranza porti il popolino a votarti lo stesso, abbacinato da qualche foto, da qualche sesterzio, da qualche buffetto.
Perché tra razzismo ed accoglienza alla Cara di Mineo, senza una parvenza di formazione per un'ineludibile integrazione, nel rispetto delle regole, non vi è nessuna differenza.
Perché perdere Genova, il baluardo, la fortezza, la coriacea e Sesto San Giovanni, la rossa per antonomasia, fa meno male che averle viste in tutti questi anni trascurate, quasi irrise da lotte intestine senza dignità, da proclami al vento, da promesse di aria fritta, preferendo sinergie nei mondi finanziari e bancari, tanti anni fa al centro della lotta sociale dello stesso partito.
Perché La Spezia non ne poteva più di tanti cialtroni gonfiati all'ombra di ciarlate indegne, figlie di un canovaccio obsoleto per cui si è andati per anni a braccetto con gli avversari politici, prediligendo scelte stridenti il bene comune e, soprattutto, distogliendo l'attenzione cittadina dai gravi scempi ambientali e sanitari, dalle losche costruzioni mai utilizzate ed abbattute assieme alla giustizia, generando un consociativismo esasperato, opificio e laboratorio per il probabile accordo politico a livello nazionale con il sovrano dell'Era del Puttanesimo, rinato grazie all'insana azione del Clown e del suo entourage.
Perché se esistesse ancora la dignità, oggi stesso il Bomba e la sua corte presenterebbero le dimissioni irrevocabili vista l'enorme sconfitta politica avvenuta ieri, visto che questa è una sconfitta politica, pur se la claque del Comico rignanese, oltre a scomparire, ad evaporare, non avendo avuto neppure il coraggio e la dignità di metterci la faccia, sia in campagna elettorale, dove non si sono visti né a Genova, né in altri luoghi, quasi a voler sottolineare l'estraneità al momento, né dopo la debacle, risulta essere impegnata a teorizzare, a formare un partito quasi di centro destra, da amalgamare con quello del Puttaniere, per una nuova era di accozzaglie, trangugianti il bene pubblico.
Perché ora se ne devono andare tutte le muffe generatesi negli anfratti, nei meandri di oltre quarant'anni di statico immobilismo, di inefficienza travestita da operosità, di scelte di pochi senza il beneplacito di molti.
Perché deve tornare la lotta d'opposizione, con nuovi volti, con nuovi spiriti verso una destra infarcita di razzismo, molte volte però simile a questi neo-sconfitti, divenuti carburante per la tanto agognata alternanza, dea riparatrice e rigenerante.
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