giovedì 29 giugno 2017

Entità


Esiste un mondo superiore (cit.) popolato da entità annoiate, dedite al divertimento attraverso l’inoculazione di situazioni aberranti su soggetti rispondenti a determinate caratteristiche demoscopiche?
Penserei di si, visto quanto accadutomi ieri.
Verso mezzogiorno sono andato al centro commerciale le Terrazze per la classica svaccata travestita da spesa generale, in realtà una godereccia visione d’insieme di una tipologia, quantitativamente elevata, di razza aliena sbarcata non si sa da dove (taglio corto: gnoccaaa a babordo e in ogni dove!)
Dopo aver girovagato con fare interessato nei negozi dando l’impressione ai commessi di acquistare ipoteticamente ogni cosa, facendo domande specifiche e simil interessate su tendaggi, pentole in rame, creme, scatole profumate, candele all’anice, frullati e frullatori, vista l’ora, mi son deciso ad entrare nel supermercato, superando col carrello la frontiera dove perdo la cognizione intellettiva, già impercettibile di suo, per acquistare incautamente del pacchiano superfluo senza dignità (a questo giro: un set di mollette in plastica azzurra da un euro, tre accendini bic da aggiungere alla mia collezione degna di un piromane incallito, un appendicenci adesivo da cucina con foto di cane annoiato che, in seconda analisi, ha il pomello così grosso che dovrò forare i grembiuli e gli strofinacci per appenderveli, deliziando così l’animale ritratto ed assopito, confidando nella sua compassione visto che, avendolo già applicato alla piastrella, ho notato che la colla è cosi potente che se lo togliessi mi resterebbe in mano pure il mattone e la pulsantiera dell’ascensore che vi passa dietro).

Mentre oltrepassavo la Porta Consumistica, ho notato lo sguardo Bignami onnicomprensivo con cui l’addetta alla plastificazione degli acquisti effettuati nei negozi adiacenti, ha trasmesso, in un battito di ciglia, a una signora di mezza età, che pareva aver scassinato la rivendita di asciugamani, con il seguente messaggio:
“cazzo entri con così tanta roba che nel carrello hai ancora posto solo per un’acciuga e una nocciola, costringendomi ad impacchettarti tutta questa cianfrusaglia con una quantità di plastica simile a quella che userei per incellofanare Adinolfi (e questo sarebbe un bene, visto che significherebbe togliercelo dai coglioni via aerea), con un calore necessario per saldare la plastica simile a quella di un barbecue a casa Cannavacciuolo?”

Ma le entità si stavano annoiando ed io rappresentavo il temporaneo loro divertimento: dopo aver quasi terminato il tour nella zona alimentare, avendo acquistato anche yogurt e stracchino, dando il via al classico countdown per salvarli dal certo decadimento molecolare, visto l’inaudito sbalzo di temperatura (una volta mi ricordo di una confezione Muller da un kg che, dopo averla dimenticata ad agosto in macchina, ha ritrovato vita propria ed alcuni fermenti lattici sono addirittura riusciti a laurearsi), il che tutte le volte mi porta a venerare i sacchetti azzurri termoisolanti, di cui possiedo una delle più vaste collezioni mondiali…a casa e, visto il mio storico e smodato acquisto degli stessi, soltanto il presunto sospetto da parte della direzione Coop di trafficarne loscamente in nero la rivendita a prezzi da bagarino, mi manleva ad acquistarne altri per via del divieto inflittomi; dopo tutto ciò ecco che, avvicinandomi alla zona della frutta, m’investe il Segnale inequivocabile: roboate interne in crescendo sulla falsariga della Settima del grande Ludovico (cit.), perlinatura in fronte e zona tempie, leggera forma di panico mascherata da imbelle propensione a far finta di nulla, auto scherzando con me stesso sul tempo e le indicazioni dei tiggì a stare all’ombra, bevendo molto quando fuori ci sono quaranta gradi (mavaffanculo!), foschi presagi simili a quelli che può avere uno di casapound smarritosi a Maiduguri, analisi delle possibilità, in puro stile Ethan Hunt, evitanti la sempre più probabile evacuazione addosso (ho il carrello pieno: 
1: se rimetto le cose a posto e corro in bagno, mi notano e domani sono in cerchio a raccontare la mia vita davanti ad altri svitati. 
2:se vado in coda alla cassa a quella dietro di me gli vengono i capelli come Wanna Marchi. 
3-se lascio il carrello incustodito, esco e vado in bagno, al mio ritorno trovo il robottino telecomandato dagli artificieri che mi spacca lo yogurt Muller e uno della digos qualcos’altro a me. 
4-se vado a casa faccio una riedizione di Pollicino ma non con la mollica.)
Dado tratto, decisione presa, casse automatiche, con il terrore dell’andare in sorte al riconteggio che, vista la mia ansia e i miei sudori, avrebbe dato adito alla commessa di sospettare di furto leggendario di una lavatrice occultata non si sa dove, anzi a dire il vero si!
Espletato il rito del pagamento, il canovaccio prevedeva di portare la spesa in macchina per fiondarmi subitaneamente nei bagni pubblici, sperando nel fato. E così, con una particolarissima andatura, un moto ondivago, a tratti veloce, costellato da stop improvvisi, da raggelanti espressioni facciali simili a rimirar il plotone d'esecuzione, mi sono accostato all'auto per svuotare il carrello, con una rapidità inusuale scoprendo, tra l'altro, di aver acquistato nella fretta un'insalata mai vista prima, forse una forma di ectoplasma dannosa per l'umanità! Sparando tutto nel bagagliaio per riconquistare la via mi sono catapultato sulla scala mobile, chiedendo strada quasi fossi stato un milanese cultore del poco tempo a disposizione, aberrante l'ozio e il fancazzismo, cultore dell'indaffarato quale stile di vita, di status symbol per un'affermazione societaria senza finalità umane. Arrivato nei bagni, a cui assegno un bel 8,5 (a proposito è quasi pronta la mia CessoPlanet, una guida ragionata sui gabinetti di alberghi e ristoranti), ho finalmente risolto il problema, pur con qualche problematica legata al silenzio, visto le poche persone presenti, e alla scarsità di accensione del supersonico asciugamani tipo aeroporto, che avrebbe evitato l'ascolto di imbarazzanti ed inequivocabili ruggiti. 
Quel che conta però è che le entità insonnolite alla fin fine credo si siano divertite, pronte a solleticare il prossimo prescelto, a cui consiglio fraternamente d'imbracarsi.

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