sabato 20 maggio 2017

Rubrica


Un santo (quasi) al giorno

Oggi si ricorda una persona particolare, Luis Alberto Suarez, nato a Salto il 24 gennaio 1987. Soprannominato El Pistolero, non sembrerebbe in apparenza un tipo da celebrare, per via di un episodio accaduto ai mondiali del 2014, quando Luis morsicò un giocatore, tale Chiellini, famoso per essere irreprensibile e corretto in campo. Stigmatizzando l’incresciosa vicenda , occorre però comprendere da dove derivi questa abitudine di Suarez: già alle elementari, vista la temibile dentatura, Luis aiutava i compagni nell’apertura delle merendine, delle bibite, degli astucci inceppati. In tutta la città di Salto se per caso si bloccava un montacarichi, un ascensore, una cerniera, Luis accorreva e in un attimo risolveva il tutto.
Suarez è stato per molti anni eletto come il più buono della classe ed una volta, come racconta tale Fernando Dos Corimba, ha aiutato una segheria che doveva consegnare un lavoro urgente, a tagliare con i denti le assi necessarie al completamento delle attività. Fu insignito della cittadinanza d’onore e del “Morso d’Oro”. Attualmente anche a Barcellona ha aperto una free ferramenta dove riesce a tagliare metalli nobili in brevissimo tempo con una precisione mandibolare da Guinness.
In carriera oltre al campionato uruguagio, varie coppe inglesi ed olandesi, ha vinto due campionati spagnoli, due coppe di Spagna, una Supercoppa Uefa, una Coppa del Mondo per club e, soprattutto, una Champions League.
Il 6 giugno 2015, nel meraviglioso stadio di Berlino, ricordandosi del famoso detto latino “Cum fava Italici rivincere hic” (Con la fava che gli italiani rivincono qui) Luis Alberto Suarez al 23’ della prima frazione contribuisce alla vittoria per 3 – 1 del Barcellona.
Viene osannato quale protettore contro le diarroiche pulsioni che la visione di esultanze di biondi dirigenti ex calciatori in tribuna, scatenano.

(5. Continua)


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