Dunque son pronti a sbarcare!
L'enorme catena di caffetterie Starbucks, annunciata
da palmizi e banani in piazza del Duomo a Milano, dal 2018 aprirà un megastore
nel cuore del capoluogo lombardo.
Non contenti di averci convinto a festeggiare
Halloween, dove tra un dolcetto ed uno scherzetto annusiamo la loro
imbecillità, gli americani tenteranno a breve di modificare i nostri riti
mattutini, di cui molti vanno fieri, me compreso.
Pronti quindi a vedere tra non molto festanti modaioli
girovagare sul suolo italico con il classico bicchierone contenente liquido
nero che, bestemmiando, alcuni convinti definiscono caffè.
Pronti a
modificare, sempre ossequiosamente, i termini a noi familiari in nome dei dio
business. E pertanto: basta dire tazza piccola! Tell sarà la parola giusta! La
media invece diverrà grande e la grande semplicemente "venti".
E già
immagino chi entrerà convinto che chiedere del "latte" sia
sufficiente per avere il classico bicchiere di latte appunto. Sbagliato!
"Latte" sarà il caffèlatte! Dovremmo quindi aggiornarci, sfanculando
le nostre abitudini, in nome e per conto di quello spazio enorme che Starbucks
ci sta preparando, 2500 mq di locale?
Non sanno gli statunitensi che un rito mattutino, come
quello della colazione al bar, necessita di regole spudoratamente ortodosse: il
bar diviene per una ventina di minuti, il luogo ove consumare l'avvio della
giornata e le modalità, il più delle volte, sono rigide e ferree; infatti
proprio in virtù di un'abitudine consolidata, efficiente e rasserenante, se non
per fattori legati a problematiche personali, si tende a non cambiare locale.
Il caffè al bar del primo mattino, richiede
l'incontrarsi con le solite facce, ascoltando i soliti commenti sul tempo e
soprattutto l'assaporare i giornali freschi, quasi intonsi tra cui svetta,
idolatrata, la mitica Gazza. Mentre il bancone è strapieno di tazze ognuno dice
la sua, tendenzialmente in un'ottica diversa rispetto a tutti gli altri.
Segue il commento del tipo, diciamo, naturalistico, su
bellezze locali o trasmesse dalla tv, rigorosamente accesa su un notiziario.
Quindi il rito prevede l'eventuale giocata al
superenalotto o l'acquisto di un grattino con la speranza, neppure troppo
celata, di vincere per cambiar vita (tutti lo pensano nel locale).
Non esistono vincitori né vinti, conta il ritrovarsi,
l'ascoltare le fregnacce di ognuno, esternando le proprie.
Il caffè deve essere rigorosamente ben fatto, secondo
la nostra tradizione, che nel mondo è la migliore. Per questo il gestore del
bar sta sempre attento a non presentare un caffè scialbo, acido, né troppo
freddo.
Tutto questo costituirà un formidabile deterrente per
chi vorrebbe portare mode e riti diversi dalla nostra normalità. Abboccheranno
i soliti, quelli che grondano ansie modaiole, fini a se stesse.
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