martedì 1 novembre 2016

Manca qualcosa


Eppure a veder meglio e più attentamente, ci manca qualcosa. Ci alziamo al mattino e siamo tutti un po' più poveri. 
Pensateci: al di là delle vittime, che piangiamo e che ricorderemo, ci è stato tolto un insieme di bellezze, dì rarità, di inusitata magnificenza, che ancora non ci è possibile quantificare. 
Gli eventi sismici hanno stravolto e portato via, una grande fetta di bellezza italica: le opere pittoriche, le statue, le chiese, i borghi mirabili, quell'aria frizzante incanalata dagli antichi muri, quei gioielli gastronomici di questa martoriata Italia centrale: chissà se e quando torneremo a gustarne il raro incanto! 
Passeggiare in quei luoghi era un privilegio, un vanto, una meraviglia; gustare dei profumi, delle nicchie, dei dialetti, degli usi, dei borbottii, dei dialetti cantilenanti, delle risa, del buonumore indigeno, delle cantine-forziere che una volta schiuse provocavano gemiti di cuore e papille, resterà un ricordo, per molto tempo, indelebile. 
Contiamo però sulla sana testardaggine umbra, marchigiana, laziale per ritornarne a gioire, a rallegrarci, a vivere il pieno della vita, tipico di quelle terre. Stupendamente italiche.

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