Stoico come una formaggetta da troppo tempo in cantina, ho
ingaggiato una battaglia seriale con un “essere”, entrato precipitosamente
dentro il mio bagno, durante un rito esigente il buio ed il silenzio, al fine
di gustare la fragranza dei pochi pensieri in cervice: la fumata di paglia
notturna!
Allorché mi sono sentito toccare i capelli, ho pensato subito
ad un pipistrello! Un urlo soffocato, tipico di chi si accorge di essere uscito
in strada senza pantaloni, ha decretato la fifa blu assalente. Sentivo i colpi
dell’animale contro le pareti e non sapevo come guadagnare l’uscita. Allora,
pavidamente, mi sono messo un asciugamano in tesa e al grido di “Banzaii!!” ho
attraversato il bagno, chiudendomi la porta alle spalle, fragorosamente!
Accesa la luce, lo vedevo dai vetri volteggiare. Attorno a
me, come api davanti ad un favo stillante, si sono riuniti i grandi della
storia: Alessandro Magno, Muzio Scevola e Massimo Decimo Meridio. Tutti ad
incitarmi “affrontalo! apri quella porta!”. Io invece, in preda ad un mezzo
panico, giravo le stanze della casa, indeciso sul da farsi:
chiamare la vicina settantenne? i pompieri? un argonauta?
uno studioso? Qualcuno?
Con la salivazione azzerata (cit.) ho cercato di rilassarmi,
capendo da subito che oltre al Papa, non potrò mai diventare comandante d'una squadra d'assalto.
Anche il mio “io” deluso ed incazzato per il becero
comportamento, cercava di insufflarmi sensazioni positive, quasi orgiastiche,
al fine di dissolvere nebbia e fumi di terrore che, entrando, mi avevano
tramutato in un bimbo lasciato ad assistere ad un matrimonio celtico leghista,
tipo quello di Roberto Castelli (che è stato ministro della Giustizia: altro
orrore!!)
Il rumore contro il lampadario continuava e la calma era
lontana come il senno in un discorso della Picierno. Dopo qualche minuto,
finalmente, mi sono deciso ad entrare, con le dovute precauzioni: berretto di lana da
neve rosso, trovato in un angolo dell’armadio, guanti, giubbotto con cappuccio
infilato e occhiali protettivi. Ora, se qualcuno mi avesse visto dal cortile, che
avrebbe potuto pensare? Un ladro o un idiota ebbro di Tequila?
Con la forza della disperazione e le pulsazioni a mille sul
modello di quelle del compianto Maiorca allorché s’apprestava a staccare il
cartellino dei -100 nelle profondità del mare, ho aperto la porta e nell’attimo
un cui ho rimirato in aria non il pipistrello bensì un banalissimo farfallone,
ho nitidamente sentito questa esclamazione, proveniente dal placido insetto: “e
questo che cazzo fa?”
Svestitomi, un pochetto imbarazzato, ho rimirato il "falenante" animale e ripresomi dallo spavento, l’ho invitato ad uscire,
spalancando la finestra.
Manco per sogno! Volteggiava allegramente, incurante delle
mie librate di asciugamano in aere ed essendo passato dallo stato di paura
defecante a quello di uomo padrone e signore del creato, ad un certo punto mi è
venuto in mente di porre fine alla sua danza, nel peggiore dei modi, ma il
Poverello d’Assisi, che passava di lì, guardandomi, mi ha indotto a desistere
dal progetto finale.
Spenta la luce, sono andato a letto, ben sapendo che le
farfalle hanno sì vita intensa, ma breve.
Al mattino, non vedendo più nulla volare, mi sono intristito al pensiero della caducità della vita ma, durante le abluzioni, ecco il bastardo uscire dall’armadietto e ricominciare la danza!
Al mattino, non vedendo più nulla volare, mi sono intristito al pensiero della caducità della vita ma, durante le abluzioni, ecco il bastardo uscire dall’armadietto e ricominciare la danza!
Sussultando ho ingaggiato una lotta mostruosa, tramutandomi
in uomo torcia, assumendo connotati da sovrano vichingo, ma il farfallone,
quasi per gioco, si è divertito come non mai a darmi scacco matto!
Uscendo di casa, incazzato più che un risparmiatore di banca
Etruria alla lettura dell’estratto conto, ho meditato azioni per il rientro
serale: noncuranza, immagini di predatori da passare sotto la porta, entrata
con salto simile a quelle di Kato, di "Pantera Rosa" memoria.
Arrivato a casa e non sentendo nessun rumore, sono entrato
leggiadramente nei servizi e subito ho notato il farfallone adagiato dentro la
vasca da bagno.
"E’ morto poveretto!"- ho pensato. Preso uno straccio, con fare
funereo mi ci sono avvicinato ma...Zak! Il bastardo ha ripreso la danza folle!
Fottutissimo farfallone!
Non so ancora quando la lotta finirà! Riecheggiano però dentro
me le parole alte e dorate “Al mio via, scatenate l’inferno!” di croweiana mentre, bardandomi con l’armatura lucente di Lancillotto, il
chiarore, attenuandosi, m’annuncia il calar della sera...
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