domenica 23 ottobre 2016

Cuore rinato


C'è un mondo, una sfera personale,  che abbatte ragionamenti, logiche, intelletto; chi ne è posseduto, come me, capisce fin d'ora di che sto parlando: il tifo vergognosamente di parte, l'amplesso neuronale scaturente dalla visione, dal degustare le gesta della tua squadra, la migliore al mondo: personalmente, gli spavaldi eroi galattici rossoneri. Muto e silente da qualche anno, come tenere in cantina Preziosa Penelope, la cavalla bi-vincitrice del palio senese di quest'anno, ieri sera ho finalmente ri-assaporato la vittoria, i fastigi onori, l'incenso beatificante del tripudio, contro gli acerrimi nemici, la corazzata, a detta loro, bianconera. 
Essendo spudoratamente di parte, mi si sono riattivate cellule sopite, concetti travalicanti il senso logico del pensiero: ecco il tanto vituperato Dott.Galliani, per scelte scellerate dettate però, lo dico ora, dalla mancanza di sghei, tornare l'amato Zio Fester, che tutti vorremmo avere come parente. Il clamoroso però, per me, è omaggiare il Presidente, ancora per poco, e la sua lunga mano. L'aveva detto all'inizio dell'anno: squadra giovane ed italiana. Ed ha avuto, come sempre, ragione. Dar ragione a lui, per uno come me che per vent'anni l'ha politicamente attaccato, deriso, vituperato equivale al voto pro Trump di una femminista americana. Ma, come premesso, il tifo nella sua illogicità, permette anche questo! 
Vogliamo parlare del caso Paletta, passato, nel cuore, da uno status di venditore di croccanti al circo, con tutto rispetto per questa categoria, ad un probabile vincitore del prossimo Pallone d'Oro?
O di come mi sentivo al bar mattutino, apprendendo dell'acquisto a parametro zero (Zio Fester quante te ne ho dette in merito!) di Vangioni?
O di come m'estraniavo dalle discussioni sportive d'ufficio, di strada, cullandomi su dolci ricordi, rivedendo, si lo ammetto, nelle sere più amare Milan-Manchester United, la madre di tutte le partite, o rileggendomi le cronache del sogno erotico per rossoneri, del must epocale, della carezza degli dei, della concretizzazione del mitologico, ossia ciò che accadde il 28 maggio 2003 all'Old Trafford di Manchester e che ancor oggi non ho completamente metabolizzato tanto fu la gioia?
D'accordo, non è successo nulla. È stata solo una partita. La strada è lunga. La rosa è corta. 
Ma stiamo parlando di tifo, giusto?
E allora perché non sognare tre palloni d'oro consecutivi (Paletta-Gigio-Loca), perché non vedere l'inizio di un ciclo ventennale cinese, perché non munirsi di aglio e cornetti per respingere i prossimi, probabili attacchi di gentaglia alla Raiola, pronti a depredare questo vivaio, migliore al mondo?
La Preziosa Penelope in me è ululante, gioiosa  ed imbizzarrita in uno splendido prato, gli sberleffi partono al ritmo di zumba. Già che ci siamo: ieri sera ho notato un urlo diverso dal solito al gol del Loca e momenti di silenzio troppo lunghi. Questo è motivo di enorme piacere! Infatti, gli altri erano tanti, troppi. Avran pensato nella vittoria con il minimo sforzo, nella passeggiatina serale. Son tornati a casa gobbi ed impauriti.
Vogliamo parlare dello statico panettone ex napoletano da 94 milioni di euro? O delle loro proteste arbitrali, simili ad Al Capone chiamante la polizia infastidito dai vicini troppo rumorosi?
Uniche note stonate della serata: la bronchite di Gigio che è andato troppo in alto nella paratona finale, elevandosi come Hateley nel derby vinto 2-1 allo scadere, e la multa inflitta al Loca per eccesso di velocità nell'epico tiro, per cui vorrei si facesse una targa da esporre davanti allo stadio.
Intristisce infine aver visto l'arbitro Rizzoli tornare mesto a piedi, verso casa, avendo lasciato le chiavi della Jeep nelle mani di uno strabuzzato Radar Marotta. 
Yeaaaaaahhh!

 

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