Come se Neil Armstrong avesse criticato gli amanti dei posti solitari e desolati.
Come se Ludwig Van Beethoven si fosse lamentato con chi ascoltava la musica a volume basso.
Come se a Bernardo, il servo di Zorro, stessero sulle palle coloro che a tavola parlano sommessamente.
Come se Bill Clinton criticasse le giovani aspiranti manager un po' troppo disinibite.
È proprio questa l'aria che si respira attorno alla capitale assediata da indegni personaggi, da squallidi trafficanti, da ingordi briganti, da ignobili porcilaie assetate di futuri contratti capestro, da lande di aguzzini senza dignità, in vita loro non facenti da sempre un cazzo e vissuti a succhiare nettare alla comunità, da palazzinari facoceri mortificanti da tempo immemore bellezza ed umanità, in nome di un profitto elargito fugacemente a tanti, a troppi, tutti intenti a sfiancare la sindaca Raggi, da solo un paio di mesi al potere ma, grazie ad una stampa squallidamente prostituitasi, resa già responsabile di atrocità precedentemente commesse da guitti ed immorali truffaldini di epoche non troppo lontane.
La sindaca Raggi ha sbagliato, mentendo. Luigi Di Maio, ricevente mail informative mai divulgate, pure.
Su questo non ci piove.
Piove invece merda su tutti coloro che vorrebbero, pretenderebbero una seria, pacata e soprattutto equa gestione di eventi, di commenti, in difesa della giustizia e della buona politica.
Dice il giusto oggi sul Fatto, Massimo Riva, accostando il versetto evangelico della pagliuzza e la trave nell'occhio, alla situazione attuale.
Ci fosse qualcuno ad esempio che ricordasse l'inciampo mnemonico del sindaco di Milano Beppe Sala (PD) il quale, forse per furia, si dimenticò di autocertificarsi, durante la campagna elettorale, una casa in Svizzera, un'immobiliare in Romania e una società in Italia, producente energia, la Kenergy.
Oppure allorché lo stesso mister Expo (a proposito Beppe! Ma quanto ci è costata la Sagra Universale? Quando presenti il bilancio? Dai che attendiamo di sapere quanto dovremo ripianare!) presentò come assessore al bilancio con delega al demanio, Roberto Tasca, il quale detiene una quota azionaria nella Kenergy, di proprietà del Sindaco meneghino.
Ci fosse indignazione per quanto sopra in quantità almeno simile a quella che in questi giorni, molti questuanti potere provano nei confronti della Raggi.
Ma il tempo, si sa, è galantuomo. E, si spera, alla fine non prevarrà l'insana voglia di affondare tutto, per far gozzovigliare pochi.
Le stelle le torneremo a vedere.
Nessun commento:
Posta un commento